“Biografia del figlio cambiato” – Andrea Camilleri

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AUTORE: Andrea Camilleri
TITOLO: Biografia del figlio cambiato
EDITORE: BUR
GENERE: Biografia

TRAMA

La biografia dello scrittore incentrata soprattutto sul suo rapporto col padre, che fu molte drammatico.

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RECENSIONI

Leggere la biografia romanzata del grande Pirandello dalla penna di Camilleri è stata, a tratti,  una passeggiata e, a tratti, perdersi nell’assurdo pirandelliano vero e proprio! Il contrasto fra il Pirandello-uomo e  Pirandello -scrittore appare nettissimo ne è uscito un Pirandello-uomo infagottato, contraddittorio, troppo siciliano, assetato di denaro. Ancorato a un provincialismo conservatore, quello tipicamente siculo, che se è vero che da un lato  suscita ilarità, dall’altro innervosisce per le sbarre e i paletti che impone con le sue superstizioni e le sue forme di onore.

Di contro, nel citare passi delle più famose opere pirandelliane, il Premio Nobel appare un uomo dalla visione internazionale, un uomo senza confini.
Un uomo che nella vita, reale (o scenica!?)  ha dovuto, per necessità, indossare le famose maschere, per facilitare al  suo intimo di  percorre senza freni “Le vie dell’arte”. E solo nell’arte della rappresentazione riscopre  il suo vero volto perché non è la fantasia che attinge alla realtà, ma il perfetto contrario.

Tormentato dagli affetti più intimi: il difficilissimo rapporto con il padre tanto da fare sua la favola del ” figlio cambiato”;  l’ambiguo rapporto con la moglie devota ma estranea al suo intimo; il  complicato, ossessivo,   invadente e, allo stesso tempo estraneo rapporto con i figli, Luigi Pirandello riesce a fatica a superare i limiti di quei “volti” che nella realtà scenica lo inchiodano a un’esistenza, che, seppur apparentemente regolare, rasenta i limiti della follia.

Nella vita lui, Pirandello, i personaggi li ha interpretati tutti: figlio incompreso (cambiato nella culla), amante distratto, marito devoto ( di una pazza), uomo d’affari, padre ansioso etc…”volti” che trovano la giusta (?) interpretazione che la società impone! Una sensibilità forte quella Pirandelliana che, sdoppiandosi nelle personalità multiple, ha come comune denominatore, non la conoscenza del suo Ego, ma la consapevolezza, nel tempo, di essere stato ingannato dalla sua stessa natura (“che cosa stupida la natura”) e ritrovarsi in ciò  che aveva da sempre rinnegato: il figlio di suo padre!

E se dai grandi dolori, scompensi e assurde catene nascono le opere più grandi, beh! Pirandello ne è una grande testimonianza da…Nobel? Sullo stile di Camilleri qualche sbavatura e nota stonata, ma il personaggio che ha voluto “rappresentare” fa chiudere un occhio!

[©Patrizia Zara]

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