“Il tempo di tornare a casa” – Matteo Bussola

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AUTORE: Matteo Bussola
TITOLO: Il tempo di tornare a casa
EDITORE: Einaudi
DATA USCITA: 23/11/2021
GENERE: Narrativa

TRAMA – Il tempo di tornare a casa

Quante esistenze attraversano una stazione affollata. Dietro i volti delle persone in fila all’edicola o al bancone del bar si nasconde un groviglio di desideri e paure, di dolori e speranze. C’è una donna che non deve partire, eppure resta seduta lí, le borse della spesa ai piedi. C’è un padre che ha smarrito il figlio, e un uomo che sta per separarsi dalla donna della sua vita.

C’è un marito che vede un enorme coniglio accanto a sua moglie ogni volta che la guarda, una ragazza che riceve messaggi inattesi, un ragazzo che ha preso una decisione irreversibile. C’è il mistero indecifrabile di ogni incontro capace di farci cambiare strada, e il terrore dell’abbandono sempre dietro l’angolo.

Poi c’è uno scrittore con un buffo berretto giallo che si aggira fra i binari dopo aver perso il treno, ed è impaziente di salire sul prossimo. Perché sa che alla fine del viaggio troverà la sua famiglia ad aspettarlo. Perché «l’amore ha sempre, sempre a che fare con qualcuno in grado di riportarti a casa».

Il tempo di tornare a casa

il tempo di tornare


FRASI

Entriamo nel mondo lasciando qualcuno. Abbandoniamo il respiro di nostra madre, il battito del suo cuore, la certezza del suo ventre. Il calore del suo sangue. Andiamo incontro alle braccia sconosciute di nostro padre, ai suoi occhi increduli. Seguirà l’incognita di altre voci, altri odori, altri sguardi, altre stanze. Crescendo, lasciamo ogni giorno le vecchie versioni di noi stessi, per andare incontro al nuovo. Sono spesso scarti minimi a decidere ciò che saremo: un’intuizione improvvisa, un desiderio che fiorisce, una frase letta, un fuoco inatteso che ci scalda proprio quando ci consideravamo perduti.

A volte lasciamo le persone, perché non ci sembrano piú abbastanza. Accade quando una relazione finisce o quando sentiamo che l’amore, da solo, non è piú sufficiente. Chiudiamo repentini e crudeli oppure forniamo interminabili spiegazioni, dipende se ad animarci è la volontà di andare via o la speranza che qualcuno ci trattenga. Altre volte, sono invece le persone a lasciare noi.

D’un tratto, siamo noi quelli sbagliati, quelli non piú amati, quelli amati disperatamente e ora persi per sempre. Quelli amati in passato ma di cui basterà sentir pronunciare il nome per essere ancora lí, a chiedersi di nuovo il perché. Quelli amati di nascosto, quelli amati nonostante.

Quelli che avresti amato se solo, quelli amati male, quelli ancora da amare. Quelli amati mai. Vivere, in fondo, non è che una serie di storie che si chiudono e si aprono, un continuo stringere la presa e lasciar andare.

Una catena infinita di incontri e addii. Ma tra una fine e un nuovo inizio esiste una stagione dai confini incerti, un guado in cui può capitare di smarrirsi: è il tempo dell’attesa. Ci sono persone che passano la maggior parte della vita ad aspettare.

Aspettano l’amore giusto, il momento adatto, il mantenimento di una promessa, la conclusione di una sofferenza, la rimarginazione di una ferita. Attendono che qualcuno finalmente le veda. Poi un giorno, senza preavviso, si alzano in piedi tra la folla e decidono che è ora.

Matteo Bussola, Il tempo di tornare a casa

il tempo di tornare

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E dunque, a cosa servono le storie?
[…]
Io credo che le storie servono a scaldarci quando il vento è troppo freddo, a farci sentire meno soli, a sapere che tutti, a prescindere dal treno, condividiamo lo stesso viaggio. Servono a permetterci di incrociare sguardi diversi dal nostro.
[…]
A dare un senso alle nostre attese. A farci capire che c’è sempre un treno da prendere, nonostante tutto.
A farci sentire che siamo ancora in tempo.

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Ci sono persone che passano la maggior parte della vita ad aspettare.
Aspettano l’amore giusto, il momento adatto, il mantenimento di una promessa, la conclusione di una sofferenza, la rimarginazione di una ferita. Attendono che qualcuno finalmente le veda.
Poi un giorno, senza preavviso, si alzano in piedi tra la folla e decidono che è ora.

Matteo Bussola, Il tempo di tornare a casa
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Se mi capita qualcosa lascio che accada. Cerco di non avere pregiudizi su niente, perché non sai mai quando la vita potrebbe sorprenderti.

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– La cosa tragica, vede, è che mi sono reso conto di una cosa.
– Quale?
– Che fra un incontro e un addio non c’è alcuna differenza, – dice. – Si tratta sempre di lasciar andare una parte di te, di vivere con quel che resta.

Matteo Bussola, Il tempo di tornare a casa
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Ci sono situazioni, e persone, che quando arrivano non puoi farle aspettare un secondo di più. Devi decidere subito che fare. E non è nemmeno una decisione, senti solo che è la cosa giusta per te.

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Non è forse un’ambizione quella di vivere tranquillo, divertirsi con gli amici, avere un lavoro sicuro per quando umile, una casa anche piccola, una moglie, due figli, un labrador di nome Freddie in onore del tuo cantante preferito?
I suoi sogni finivano lì, e non c’è nulla di male a sognare in piccolo, se il sogno è il tuo, se te lo sei scelto e coltivato perché davvero non vuoi altro.

Matteo Bussola, Il tempo di tornare a casa

il tempo di tornare


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