“L’eleganza del riccio” – Muriel Barbery

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AUTORE: Muriel Barbery
TITOLO: L’eleganza del riccio
TRADUTTORE: Emanuelle Caillat – Cinzia Poli
EDITORE: E/O
DATA USCITA: 30/04/2014
GENERE: Narrativa

TRAMA

L’eleganza del riccio

Siamo a Parigi in un elegante palazzo abitato da famiglie dell’alta borghesia. Dalla sua guardiola assiste allo scorrere di questa vita di lussuosa vacuità la portinaia Renée, che appare in tutto e per tutto conforme all’idea stessa della portinaia: grassa, sciatta, scorbutica e teledipendente.

Invece, all’insaputa di tutti, Renée è una coltissima autodidatta, che adora l’arte, la filosofia, la musica, la cultura giapponese.

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Poi c’è Paloma, la figlia di un ministro ottuso; dodicenne geniale, brillante e fin troppo lucida che, stanca di vivere, ha deciso di farla finita (il 16 giugno, giorno del suo tredicesimo compleanno, per l’esattezza). Fino ad allora continuerà a fingere di essere una ragazzina mediocre e imbevuta di sottocultura adolescenziale come tutte le altre.

Due personaggi in incognito, quindi, diversi eppure accomunati dallo sguardo ironicamente disincantato, che ignari l’uno dell’impostura dell’altro si incontreranno grazie all’arrivo di monsieur Ozu, un ricco giapponese, il solo che saprà smascherare Renée e il suo antico, doloroso segreto.


BIOGRAFIA

Muriel Barbery (Casablanca, 28 maggio 1969) è una scrittrice francese. Allieva dell’École Normale Supérieure è stata docente di filosofia presso un Institut universitaire de formation des maîtres (Istituto universitario di formazione degli insegnanti).

Il suo secondo romanzo L’Élégance du hérisson (L’eleganza del riccio) è stato una delle sorprese editoriali del 2007 in Francia: ha infatti avuto ben 50 ristampe ed ha venduto oltre 2 milioni di copie, occupando il primo posto nella classifica delle vendite per trenta settimane. Al 2011, il romanzo ha venduto oltre 5 milioni di copie in tutto il mondo.

L’edizione italiana, forte di oltre 1 700 000 copie vendute grazie al passaparola dei lettori, ha raggiunto, nel febbraio 2008, il primo posto nella classifica generale dei libri.

A seguito di questo successo, nel 2008 è stato ripubblicato in Italia il suo primo romanzo Une gourmandise (Estasi culinarie), uscito in Francia nel 2000.


RECENSIONI

Un romanzo coinvolgente, ricco di riferimenti filosofici che sovverte le stereotipizzazioni della società moderna. Muriel Barbery, tramite due grandiose protagoniste, mette a nudo aspetti spesso scomodi della nostra esistenza, questioni che tendiamo ad allontanare dalla nostra mente ogni volta che cercano di affiorare. Tra le tematiche più importanti vi sono il senso della vita, dell’arte, del tempo, le gerarchie sociali.

L’ambientazione è quella di un elegante Palazzo abitato da famiglie dell’alta borghesia a Parigi. Dalla sua guardiola assiste allo scorrere di questa vita di lussuosa vacuità la portinaia Renee, che appare in tutto per tutto conforme all’idea stessa della portinaia: grassa, sciatta, povera, teledipentente.

In realtà dietro questa maschera si nasconde una donna dell’animo colto, raffinato, una donna che adora l’arte, la musica, la letteratura,  la cultura giapponese. Renee ha l’eleganza del riccio: fuori è protetta da aculei, una vera e propria fortezza, ma ho  il sospetto che dentro sia semplice e raffinata come i ricci, animaletti fintamente indolenti, risolutamente solitari e terribilmente eleganti.

Poi abbiamo Paloma, una dodicenne che stanca di vivere ha deciso di farla finita il giorno del suo tredicesimo compleanno. Anche lei come Renee indossa ogni giorno una maschera; dall’esterno sembra una normale adolescente, ma in realtà è dotata di una brillante intelligenza e lucidità che la portano ad affrontare temi sull’esistenza umana raggruppati in pensieri profondi.

Paloma è consapevole della vanità dell’esistenza; la gente crede di inseguire le stelle e finisce come un pesce rosso nella boccia. A smascherare i profondi segreti delle due sarà Ozu, un ricco giapponese che saprà veder oltre l’apparenza.

[©Antonella Cifarelli]


RECENSIONI

Consigliato da una miriade di persone, mi sono arresa e l’ho letto.
Già dalle prime righe si può intuire come la storia evolverà.
Il racconto è zeppo di citazioni dotte e per tre quarti la lettura è terribilmente lenta e, azzarderei, noiosa.
Poi avviene un miracolo.
E da un passo lento e strascicato, passiamo ad una corsa rigenerante.
La storia diventa interessante, appassionata, assume sfumature dolci e commoventi.
L’autrice si supera nel finale con la stessa delicatezza di una manciata di petali di camelia.

[©Paola Sanna]


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