AUTORE: Milan Kundera
TITOLO: L’insostenibile leggerezza dell’essere
TRADUTTORE: Antonio Barbato – G. Dierna
EDITORE: Adelphi
GENERE: Narrativa
TRAMA
“Il suo romanzo ci dimostra come nella vita tutto quello che scegliamo e apprezziamo come leggero non tarda a rivelare il proprio peso insostenibile. Forse solo la vivacità e la mobilità dell’intelligenza sfuggono a questa condanna: le qualità con cui è scritto il romanzo, che appartengono a un altro universo da quello del vivere” (Italo Calvino). “Chi è pesante non può fare a meno di innamorarsi perdutamente di chi vola lievemente nell’aria, tra il fantastico e il possibile: mentre i leggeri sono respinti dai loro simili e trascinati dalla “compassione” verso i corpi e le anime possedute dalla pesantezza.
Così accade nel romanzo: Tomás ama Tereza, Tereza ama Tomás: Franz ama Sabina, Sabina (almeno per qualche mese) ama Franz; quasi come nelle Affinità elettive si forma il perfetto quadrato delle affinità amorose”. (Pietro Citati).
FRASI
“Chi tende continuamente verso l’alto deve aspettarsi prima o poi d’essere colto dalla vertigine.”
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La vera bontà dell’uomo si può manifestare in tutta purezza e libertà solo nei confronti di chi non rappresenta alcuna forza.
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“Chi cerca l’infinito non ha che da chiudere gli occhi.”
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Qualsiasi studente nell’ora di fisica può provare con esperimenti l’esattezza di un’ipotesi scientifica. L’uomo, invece, vivendo una sola vita, non ha alcuna possibilità di verificare un’ipotesi mediante un esperimento, e perciò non saprà mai se avesse dovuto o no dare ascolto al proprio sentimento.
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Non si può mai sapere che cosa si deve volere perché si vive una vita soltanto e non si può né confrontarla con le proprie vite precedenti, né correggerla nelle vite future. […] Non esiste alcun modo di stabilire quale decisione sia la migliore, perché non esiste alcun termine di paragone.
L’uomo vive ogni cosa subito, per la prima volta, senza preparazioni. Come un attore che entra in scena senza avere mai provato. Ma che valore può avere la vita se la prima prova è già la vita stessa?
Per questo la vita somiglia sempre ad uno schizzo. Ma nemmeno “schizzo” è la parola giusta, perché uno schizzo è sempre un abbozzo di qualcosa, la preparazione di un quadro, mentre lo schizzo che è la nostra vita è uno schizzo di nulla, un abbozzo senza quadro.
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“La luce rossastra del tramonto illumina ogni cosa con il fascino della nostalgia.”
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“Fin dall’infanzia considerava il libro come segno di una fratellanza segreta. Un uomo che aveva in casa una biblioteca come quella non poteva farle del male.”
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Ci si ubriaca della propria debolezza, si vuole essere ancor più deboli, si vuole cadere in mezzo alla strada, davanti a tutti, si vuole stare in basso, ancora più in basso.
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“Forse non siamo capaci di amare proprio perché desideriamo essere amati, vale a dire vogliamo qualcosa (l’amore) dall’altro invece di avvicinarci a lui senza pretese e volere solo la sua semplice presenza.”
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“Soltanto il caso può apparirci come un messaggio. Ciò che avviene per necessità, ciò che è atteso, che si ripete ogni giorno, tutto ciò è muto. Soltanto il caso ci parla.”
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“Il tempo umano non ruota in cerchio ma avanza veloce in linea retta. È per questo che l’uomo non può essere felice, perché la felicità è desiderio di ripetizione.”
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“L’amore significa rinunciare alla forza.”
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“La gente di solito si rifugia nel futuro per sfuggire alle proprie sofferenze. Traccia una linea immaginaria sulla traiettoria del tempo, al di là della quale le sue sofferenze di oggi cessano di esistere.”
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“La grandezza di un uomo risiede per noi nel fatto che egli porta il suo destino come Atlante portava sulle spalle la volta celeste.”
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“La nostra vita quotidiana è bombardata da coincidenze o, per meglio dire, da incontri fortuiti tra le persone e gli avvenimenti chiamati coincidenze. […] L’uomo, spinto dal senso della bellezza, trasforma un avvenimento casuale in un motivo che va poi a iscriversi nella composizione della sua vita.”
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“Le domande veramente serie sono solo quelle che possono essere formulate da un bambino. Sono domande per le quali non esiste risposta.”
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“Non c’è nulla di più pesante della compassione. Nemmeno il nostro proprio dolore è così pesante come un dolore che si prova con un altro, verso un altro, al posto di un altro, moltiplicato dall’immaginazione, prolungato in centinaia di echi.”
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“Se l’amore deve essere indimenticabile, fin dal primo istante devono posarsi su di esso le coincidenze, come uccelli sulle spalle di Francesco d’Assisi.”
RECENSIONI
Da una recondita credenza, nell’immaginario collettivo ciò che è definito come pesante è negativo, viceversa ciò che è leggerezza è positivo.
Tomàs guarda dalla finestra e si interroga su cosa sia più giusto fare, se mettersi in contatto con Tereza, oppure lasciare che quello che è stato finisca così come è iniziato. È difficile decidere, poiché una volta imboccata una strada non si può tornare indietro, ciò che si è fatto resta.
La vita non ti permette di provare, la vita non è uno schizzo a cui seguirà il quadro.
E mentre Tomàs resta indeciso sul da farsi, Tereza lo raggiunge a Praga e resterà lì da lui per una settimana, bloccata nel suo appartamento dall’influenza. Tomàs la guarda dormire, le loro mani intrecciate e si chiede cosa ne è stato di quella sua tanto proclamata incapacità di amare. Perché sì, sente di amare Tereza. Nonostante non la conosca affatto.
E come conciliare l’amore per Tereza con la sua abitudine di accompagnarsi ogni sera con donne diverse? Come conciliare l’amore con la passione, il pesante col leggero?
Sabina, pittrice e amica di Tomàs, dopo essersi trasferita da Praga a Zurigo, incontra Franz, di cui ne diviene subito amante. Franz, marito e padre, trova in Sabina quella leggerezza che ogni amore dovrebbe avere.
Costruisce insieme a lei una vita parallela, fatta di viaggi e stanze di alberghi sempre diversi, spensieratezza e passione. Ne è innamorato, la eleva a Dea della sua esistenza, investendola di un’aura divina, capace di controllare la sua vita anche quando la loro relazione terminerà. Sabina ama Franz, ma per un tempo ridotto. Da sempre perpetua un continuo tradimento, e questa volta con Franz non sarà diverso.
Ai vertici del quadrato che la storia traccia stanno Tereza, Tomàs, Sabina, Franz. Al centro del quadrato: il narratore, che guarda e descrive lati omessi e zone d’ombra.
Intorno al quadrato: Praga, nella “sua Primavera” fino all’invasione comunista della Cecoslovacchia.
Leggerezza e pesantezza se ne stanno ai poli opposti in questa storia, e poi improvvisamente si confondono. Perché leggero è ciò che viene visto e vissuto solo nell’aspetto più superficiale, che viene somministrato a piccole dosi, che costituisce una parte effimera del tutto. Leggero come il “Kitsch”, definito come la negazione assoluta dell’inaccettabile, che in uno sguardo d’insieme diviene un “Kitsch totalitario” che bandisce dalla vita tutto ciò che turba, diviene pesante.
L’ «Ess muss ein!» beethoveniano cambia le carte disposte sul tavolo da Parmenide. Per Beethoven, così come per il narratore, ciò che “deve essere”, quel destino pesante, è ciò che ha valore. Quelle sei coincidenze che portano Tomàs ad incontrare Tereza in un locale qualunque, sono le orme di un destino che appesantirà irrimediabilmente Tomàs. Eppure non potrà fare a meno di seguirle.
©Martina Caruso per Le frasi più belle dei Libri…