“L’uomo che credeva di non avere più tempo” – Guillaume Musso

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AUTORE: Guillaume Musso
TITOLO: L’uomo che credeva di non avere più tempo
TRADUTTORE: F. Ascari
EDITORE: Rizzoli
DATA USCITA: 2008
GENERE: Narrativa rosa

TRAMA – L’uomo che credeva di non avere più tempo

New York, ai giorni nostri. Nathan Del Amico è uno degli avvocati più famosi della città. Ha fatto una carriera davvero invidiabile, che però ha pagato a caro prezzo: ha lasciato che un vuoto si insinuasse tra lui e la moglie Mallory e l’ha persa.

Lei è tornata a San Diego dai genitori, portando con sé la piccola Bonnie, la figlia che Nathan adora e che ormai riesce a vedere così di rado. È un uomo solo. Un giorno riceve una visita inaspettata: un uomo che non ha mai visto prima, Garrett Goodrich, si presenta nel suo ufficio.

È un medico di chiara fama, così sembra, eppure farnetica cose senza senso, sostiene di essere in grado di riconoscere le persone prossime alla morte, e dì avere una missione da compiere.


FRASI

Solo i bambini piccoli piangono», obiettò, pur essendo lei stessa sull’orlo delle lacrime.
 «No, tutti piangono. Te lo giuro. Le persone che non riescono più a piangere sono gli esseri più tristi della terra.
»

Guillaume Musso, L’uomo che credeva di non avere più tempo

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Ormai, quando penso al futuro, non dico più “farò”, ma “faremo”.

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Si ricordava di quella sera, soprattutto, come di un momento in cui aveva provato un bisogno disperato di esistere nello sguardo di qualcun altro.

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…ogni vita è unica.


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Chi crede di controllare la propria esistenza non ha certo voglia di veder vacillare le proprie certezze.

Guillaume Musso, L’uomo che credeva di non avere più tempo
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Tutto quello che ha a che fare con l’esistenza dei nostri simili ci riguarda.

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…un uomo che dorme senza nessuno di fianco e che non vede la propria figlia da tre mesi è un fallito, anche se ha un bel conto in banca.

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Mai avrebbe pensato che le loro conversazioni potessero raggiungere un simile grado di freddezza, che due persone che erano state così vicine arrivassero a comportarsi come estranee. Com’era possibile?

Guillaume Musso, L’uomo che credeva di non avere più tempo

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Da bambina, dopo aver rischiato di annegare in quel lago, aveva sviluppato una paura matta di morire. Non avrebbe mai potuto immaginare che potesse esistere qualcosa di peggio della propria morte. Ma, una volta divenuta madre, aveva capito che la prova più dura sarebbe stata in realtà quella di assistere alla scomparsa dell’essere che aveva messo al mondo. Allora si era dovuta arrendere all’evidenza: si, c’era ben di peggio che morire.

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Perché la morte è ovunque. In ogni essere umano, ad ogni stadio della vita, esiste una tensione fra due forze contrarie: la forza della vita e quella della morte.

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Senza una mano che lo accompagnasse, non voleva più andare da nessuna parte; senza una voce che gli rispondesse, restava solo il silenzio; senza un volto di fronte al suo, lui non esisteva più.

Guillaume Musso, L’uomo che credeva di non avere più tempo

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E dire che si era spesso lamentato della sua vita: troppo lavoro, troppe tasse, troppi obblighi … come era stato stupido. Non c’era nulla di più piacevole della sua esistenza. Persino un giorno di tristezza era comunque un giorno vissuto.


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