“La canzone di Achille” – Madeline Miller

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AUTORE: Madeline Miller
TITOLO: La canzone di Achille
TRADUTTORE: Matteo Curtoni, Maura Parolini
GENERE: Mitologia
EDITORE: Feltrinelli

TRAMA – La canzone di Achille

Dimenticate Troia, gli scenari di guerra, i duelli, il sangue, la morte. Dimenticate la violenza e le stragi, la crudeltà e l’orrore. E seguite invece il cammino di due giovani, prima amici, poi amanti e infine anche compagni d’armi – due giovani splendidi per gioventù e bellezza, destinati a concludere la loro vita sulla pianura troiana e a rimanere uniti per sempre con le ceneri mischiate in una sola, preziosissima urna.

Madeline Miller, studiosa e docente di antichità classica, rievoca la storia d’amore e di morte di Achille e Patroclo, piegando il ritmo solenne dell’epica alla ricostruzione di una vicenda che ha lasciato scarse ma inconfondibili tracce: un legame tra uomini spogliato da ogni morbosità e restituito alla naturalezza con cui i greci antichi riconobbero e accettarono l’omosessualità.

Patroclo muore al posto di Achille, per Achille, e Achille non vuole più vivere senza Patroclo. Sulle mura di Troia si profilano due altissime ombre che oscurano l’ormai usurata vicenda di Elena e Paride.

FRASI

“Lo riconoscerei anche solo dal tocco, dal profumo, lo riconoscerei anche se fossi cieco, dal modo in cui respira (…) Lo riconoscerei anche nella morte, anche alla fine del mondo.”

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“Aveva davvero pensato che non lo avrei riconosciuto?

Lo riconoscerei anche solo dal tocco, dal profumo; lo riconoscerei anche se fossi cieco, dal modo in cui respira, dal modo in cui i suoi piedi sferzano la terra. Lo riconoscerei anche nella morte, anche alla fine del mondo.”

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“E mentre nuotavamo o giocavamo o parlavamo, emergeva una sensazione. Qualcosa di simile alla paura per il modo in cui mi colmava e cresceva nel mio petto. Qualcosa di simile alle lacrime per il modo improvviso in cui arrivava.”

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Sapevo bene cosa significasse essere soli. Quanto potesse bruciare la buona sorte degli altri. Ma non c’era nulla che potessi fare.

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Quei secondi, quei mezzi secondi, in cui i nostri sguardi si toccavano erano gli unici momenti della giornata in cui sentissi qualcosa. L’improvvisa morsa allo stomaco, la rabbia che prendeva a scorrere. Ero come un pesce che fissava l’amo.

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RECENSIONI

 

Sopra di noi, le stelle erano velate. Potevo sentire il peso dell’aria. Quella notte sarebbe arrivata una tempesta. La pioggia sarebbe caduta impetuosa, avrebbe riempito la terra fino a farla scoppiare. Sarebbe scesa dalle cime dei monti accumulando forza per spazzare via tutto ciò che avesse incontrato sulla sua strada: animali, case e uomini.
Lui è come quella tempesta, pensai…
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Finalmente, dopo aver letto mille pagine di blog, visto mille volte il libro in libreria e su pagine che consigliano letture, leggo La canzone di Achille della Miller.

Lo dico subito. Questa lettura arriva in un momento di vita in cui per lavoro e scelte leggo già fin troppe cose e per selezionare il libro da leggere ho impiegato un po’.

Di fatto comincio a leggere La canzone di Achille e non mi fermo più. Come molti di voi ho visto Troy, ho studiato al Liceo e conosco il mito di Achille ma…

C’è un ma.
Tra le pagine non ho più visto l’eroe, il figlio di una dea, il mito ma ho visto un bambino e poi un adolescente e poi un ragazzo.

Solo alle spalle la magnificenza delle guerre di Troia, la Miller scrive dell’umano, dei suoi dubbi, delle due fragilità.

La voce narrante è quella di Patroclo (quante volte avrei voluto abbracciarlo, quante volte mi ha colpito con la sua intensità e pazienza) ed è attraverso i suoi occhi che conosciamo questo Achille, bello come il sole e irresistibile e invulnerabile.
Ma lo è davvero?

Davvero un ragazzo può avere tutta quelle responsabilità (tra le tante essere il figlio di Teti) senza sentirsi fragile?

Questo libro è in primia una storia d’amore, poi una storia di adolescenti ed infine una pezzo di storia immortale. Vicino alla fine del libro ho pensato che questa storia dovesse essere letta dai miei figli. La Miller parla in modo diretto ma con delicatezza, non usa giri di parole ne si nasconde dentro sovrastrutture.
Narra di un amore tra due persone fragilità e sole per motivi diversi ma che sanno costruire un amore così puro e così meritevole di essere protetto da far fare a loro scelte molto forti che pagheranno a caro prezzo.
Io ho proprio visto Patroclo ed ho proprio visto Achille. Li ho amati da subito e da subito sono stata dalla loro parte.

Consigliato. Davvero a tutti, anche agli adolescenti.

©Maria Elena Bianco


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Non so voi, ma io a scuola, non è che trovassi la mitologia così tanto appassionante.
Mille dei e semidei. Ciascuno col proprio potere e i propri intrecci di discendenza.
Re, principi, regine e quant’altro.
Quando ho preso in mano questo libro, che mi è stato regalato, ho pensato: sarà una noia mortale.
No. Affatto.
Mai letto un libro di mitologia così bello.
Così, delicato, appassionato.
Coinvolgente, tanto da proiettarti là. Esattamente là. Nella sala del trono.
Sulle navi. Nella caverna di Chirone. Dentro la battaglia. Sulla riva del mare ad aspettare Teti.
Una storia emozionante.
Una storia d’amore romantica e fortissima.
Caparbia. Impressa come un sigillo sul braccio dei protagonisti.
Chiuso il libro si sente ancora Achille cantare.

©Paola Sanna per Le frasi più belle dei Libri…

 

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