“La custode di mia sorella” – Jodi Picoult

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AUTORE: Jodi Picoult
TITOLO: La custode di mia sorella
TRADUTTORE: Luciano Corradini
EDITORE: TEA
DATA USCITA: 25/08/2016
GENERE: Narrativa

TRAMA – La custode di mia sorella

Anna non è malata ma è come se lo fosse. A tredici anni è già stata sottoposta a numerosi interventi chirurgici, trasfusioni e iniezioni in modo che la sorella maggiore Kate possa combattere la leucemia che l’ha colpita in tenera età.

Anna è stata concepita con le caratteristiche genetiche per poter essere donatore di midollo per sua sorella, ruolo che non ha mai messo in discussione ma che ora le diventa, di colpo, insostenibile. Perché nessuno le chiede mai il suo parere?

Anna prende una decisione per molti impensabile e che sconvolgerà la vita di tutti i suoi cari: fa causa alla sua famiglia. Un romanzo su un tema difficile e doloroso.

La custode di mia sorella

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Recensione:

Anna ha tredici anni ed è una donatrice compatibile di sua sorella Kate, affetta da una rara forma di leucemia. La vita della piccola protagonista gira intorno alle scelte dei suoi genitori riguardo il proprio corpo, finchè, dopo aver donato a Kate cellule staminali, sangue, midollo osseo, rifiuta di donare un rene.

Questo libro è a dir poco meraviglioso, ti prende il cuore e te lo fa rimbalzare in continuazione da una parte all’altra. Ci si immerge completamente dalla prima riga ogni qualvolta lo si apre. Ha la capacità di far dimenticare il mondo intorno.

Personalmente ritornavo alla realtà quando avvertivo qualche sguardo fisso su di me che aspettava una qualche risposta ad una qualche domanda… “Ehm sì dicevi?”…
come se non sapessero che il lettore lascia solo il corpo nella stanza quando apre un libro.

Lo consiglio assolutamente, unica controindicazione è la gente intorno, non perchè a noi lettori importi molto degli altri ma solo per non fomentare quelle voci che affermano che siamo gente strana!

La trama si dirama in diverse direzioni dal momento in cui Anna prende l’importante decisione di opporsi alla donazione del rene. Inizialmente quello che potrà far pensare ad un atto egoistico sarà in realtà una presa di posizione che cambierà la vita di ogni essere vivente intorno ad Anna e spingerà il lettore a guardare il tutto attraverso una prospettiva insolita.

Il libro non appare mai banale, eppure aimè se mi fossi fermata alla trama non l’avrei scelto sicura di conoscere già la fine e invece evitando di proposito di leggere le trame mi sono trovata davanti un CAPOLAVORO.

Scrittrice fantastica da scegliere e riscegliere.
Dal libro è tratto il film omonimo con Cameron Diaz e Alec Baldwin.
Con il libro preparate anche i Kleenex.

La custode di mia sorella

[©Anna Rita]

 

Se fino a ieri “La Custode di mia sorella” era per me solamente il titolo di un film, da oggi direi che si tratta indiscutibilmente di uno dei romanzi più intensi che abbia mai letto, uno di quelli che riescono in egual misura a scalfirti l’anima e a scaldarti il cuore.

La storia ha inizio quando Anna, tredici anni di rabbia cucita addosso, ingaggia un cinico avvocato sulla cresta dell’onda, e con lui il suo inseparabile cane-guida Giudice, per fare causa ai propri genitori e riprendersi i diritti sul proprio corpo.

È infatti risoluta nel suo rifiuto di non donare un rene alla sorella Kate, affetta da una rara forma di leucemia dall’età di due anni.
Perché Anna non è un’adolescente come tutte le altre. Concepita in vitro, è stata geneticamente programmata per essere perfettamente compatibile con la sorella maggiore, così da garantirle, all’occorrenza, una fonte continua di materiale biologico: sangue, piastrine, midollo osseo.

Ora, però, Kate è giunta al capolinea: tradita, per ironia della sorte, dai suoi stessi reni, sfiancati ormai dalle troppe cure. Solo un trapianto potrebbe forse salvarla ma Anna questa volta, dopo anni di trattamenti, piu o meno invasivi, si oppone con fermezza.

È a partire da una premessa così sconcertante, che queste pagine, coniugate al tempo di un condizionale d’obbligo e di un futuro incerto, cominciano a scandagliare con garbo e struggente delicatezza quanto accade in una normalissima famiglia quando la malattia bussa alla porta come un ospite inatteso.

Come si stravolge la quotidianità ? Come si alterano gli equilibri?
Si sviluppa così un racconto corale che dà voce, di volta in volta, alle emozioni dei diversi protagonisti, che si avvicendano intorno ad Anna e Kate, sullo sfondo del loro legame fisicamente ed emotivamente simbiotico.

C’è Sara, la madre, una leonessa ferita che si aggrappa quotidianamente ai prodigi della scienza pur di non abbandonare la propria battaglia.
C’è Brian, il padre. Soccorritore di professione ed astronomo per passione, si affida all’istinto, sempre: lo guida attraverso gli incendi così come quando alza gli occhi al cielo per cercare nelle stelle la rotta perduta.

C’è Jess, il fratello maggiore, che affoga nella ribellione il rimorso, insensato, di non essere stato geneticamente adatto a salvare Kate.
Ci sono legali, vinti, come tutti, da domande senza risposte.
C’è la scienza con i suoi traguardi.

C’è la natura nelle sue tante forme: il cosmo e le sue stelle, il fuoco e l’acqua, e le insondabili leggi dell’universo tutto.
Ed infine ci siamo noi lettori.

Perché a un certo punto, del tutto inconsapevolmente, vi troverete sopraffatti dagli stessi dubbi e dagli stessi laceranti interrogativi che angosciano i protagonisti. È giusto colpevolizzare una madre per aver condizionato l’intera esistenza di una figlia nel disperato tentativo di salvarne un’altra? Qual è il labile il confine tra morale, etica ed amore?

È lecito tentare di controllare la natura? O forse, come pare suggerirci sin dall’inizio il frenetico scondinzolio del cane Giudice, sarebbe più saggio, accettare l’ordine delle cose, lasciandosi sospingere dai lievi aneliti del proprio cuore?

È inutile dire che questo romanzo ha il retrogusto amaro di un pugno nello stomaco ed il sapore salato delle lacrime che inevitabilmente vi righeranno il volto. Non potrebbe essere altrimenti.

Ma su tutto prevarrà sempre e comunque la dolcezza dei sorrisi che la giovane Anna riuscirà a regalarvi con l’ingenuo candore del suo sguardo sulla vita.
In una parola: imperdibile.

La custode di mia sorella

[©Cristina Ferrari]

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