“La menzogna” – Cecelia Ahern

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AUTORE: Cecelia Ahern
TITOLO: La menzogna
TRADUTTORE: Elena Paganelli
GENERE: Narrativa
EDITORE: Rizzoli

TRAMA – La menzogna

«Ci sono tre categorie di ricordi nella mia memoria: le cose che voglio dimenticare, le cose che non riesco a dimenticare e le cose che avevo dimenticato di aver dimenticato finché non mi sono tornate in mente.»

Comincia con queste parole la storia di Sabrina, trentenne insoddisfatta divisa tra un rapporto ormai incrinato con il marito, i tre figli e un lavoro in piscina che le risulta noioso e insopportabile, e Fergus, l’anziano padre, ricoverato in una casa di riposo dopo un terribile ictus. E comincia così perché è una storia di ricordi negati e taciuti, di piccoli e grandi segreti famigliari, di momenti che osservati sotto una nuova luce possono assumere colorazioni e significati diversi.

La nuova luce passa attraverso il vetro screziato di una collezione di biglie che viene misteriosamente recapitata a Fergus. È da lì che inizia la ricerca di Sabrina, un percorso sofferto eppure illuminante che la porterà ad affacciarsi nell’infanzia del padre, nelle giornate, nelle passioni e nelle storie del bambino che è stato. Scavare nel passato significa per la ragazza sfiorare i nervi scoperti di un rapporto minato da assenze e inquietudini, dalle immagini vivide del matrimonio infelice dei genitori.

Un incontro, quello tra il padre e sua figlia, capace di riscrivere le esistenze di entrambi, di riportare ordine in una costellazione famigliare in cui i ricordi, acquistando un peso e un valore diversi, vanno a comporre un nuovo presente. Cecelia Ahern ci accompagna in un racconto a due voci originale e travolgente, mostrandoci quanto sia vero che spesso le persone che conosciamo meno sono proprio quelle a cui siamo sempre stati accanto.

FRASI

“Forse è vero che non conosci davvero te stesso finché qualcun altro non ti conosce come le sue tasche.”

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“Ci sono tre categorie di ricordi nella mia memoria : le cose che voglio dimenticare, le cose che non riesco a dimenticare e le cose che avevo dimenticato di aver dimenticato finché non mi sono tornate in mente.”

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“Le persone non si rendono conto di far soffrire gli altri quando fanno cose che non devono. Le cose che fanno soffrire sono radici, si diffondono, crescono, si insinuano sotto la superficie toccando altri aspetti delle vite di coloro a cui procurano del male. Non è mai solo un errore, solo un momento, diventa sempre una serie di momenti, che mettono radici e schizzano in direzioni diverse. E nel corso del tempo si attorcigliano come un vecchio albero intricato, che si strangola e si annoda da solo.”

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“Quando un membro della famiglia se ne va o muore , le dinamiche si trasformano. Le persone si muovono, cambiano posto, assumono ruoli che desideravano, oppure sono obbligati a ricoprirli altri che non hanno mai voluto. Succede senza che nessuno se ne renda conto, ma si cambia sempre.”

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“Mi rendo conto del motivo preciso per cui sono così legato alla foto di mamma. È perché, proprio come accade per la moonie, si vede il fuoco che le brucia dentro. È un fuoco che c’è in ogni cosa e in ogni persona, qualcosa da ammirare, conservare e proteggere, per tirarlo fuori e osservarlo nei momenti in cui hai bisogno di risollevarti, o di essere confortato, magari quando la luce dentro di te si è affievolita e ciò che è rimasto è più simile alla brace.”


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