“La settimana decisiva. Memorie dell’ultima fabbrica” – Fabio Boccuni

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La settimana decisiva

AUTORE: Fabio Boccuni
TITOLO: La settimana decisiva. Memorie dell’ultima fabbrica
EDITORE: BookaBook
DATA USCITA: 03/2024
GENERE:

TRAMA – La settimana decisiva

Affacciata sul mar Ionio sorge una grande acciaieria: un mostro dalla doppia faccia che nutre e insieme avvelena, che dà lavoro ma guasta l’aria, che porta ricchezza ma ruba la salute.

Lo sa bene Luca Russo, che in quell’acciaieria ha lavorato tutta la vita e decide di raccontarne la memoria, tra politica, questione ambientale, morti bianche, esuberi, proteste e picchetti. In molti hanno detto tanto sulla fabbrica, ma Luca non vuole più essere raccontato dalle parole di altri e quindi decide di scrivere un libro in cui mostrare dall’interno, dal ventre del mostro, che cosa è stata davvero l’ultima grande acciaieria d’Italia.

FRASI

Sembrava un gigante dai piedi di argilla, un mostro che sferrava I suoi ultimi pesanti colpi prima dell’inevitabile capitolazione.

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Ti è mai capitato di osservare le formiche quando una goccia d’acqua le coglie di sorpresa? Si dimenticano di essere una comunità, scappano confusamente, senza una direzione precisa e comune.

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Si dissolve tutto e, con il passare del tempo, tutto si trasforma in qualche cosa, diversa da com’era prima.


RECENSIONI

La settimana decisiva“, di Fabio Boccuni, è una raccolta di memorie che rappresentano lo specchio della fine di un’epoca e della perdita di un’identità.

Attraverso il personaggio di Luca, veniamo trasportati nel cuore pulsante dell’acciaieria, in quel luogo dove la vita, la fatica, il sudore e la speranza si mescolavano al fischio delle sirene e al profumo del metallo incandescente. Luca ha dedicato la propria esistenza all’Ilva, così come tanti uomini prima di lui, che hanno visto nascere e crescere l’acciaieria, condividendo gioie e dolori, plasmando la sua identità nel ritmo incessante del lavoro in fabbrica.

L’Ilva è una vera è propria protagonista, che ha incantato tante generazioni che si sono fatte abbagliare dalla tranquillità e dalla ricchezza del boom economico, al punto di “normalizzare” i tanti incidenti, le morti bianche e l’aumento di malattie (specie tumorali) causati dalla fabbrica stessa.

Luca è un sindacalista, lotta contro le ingiustizie, fa valere le sue ragioni ogni volta che muore un collega è vengono lesi i diritti degli operai. Sa benissimo che c’è un meccanismo malato in tutto questo, eppure non riesce a condannare il luogo che ha dato lavoro e sogni a lui, a suo nonno, ai suoi compaesani.

Attraverso le pagine del libro, si respira l’aria densa di frustrazione, rabbia, impotenza e di sfiducia. Si percepisce la disperazione di chi ha visto la propria vita crollare come un castello di sabbia, di chi ha perso la dignità, l’orgoglio, l’autonomia.

La “guerriglia” tra ambientalisti che vogliono chiudere e operai che vogliono mantenere il luogo di lavoro è destinata a concludersi, a prescindere, con un’ingiustizia: se la fabbrica resterà aperta continueranno a morire operai ed a diffondersi inquinamento che a sua volta porterà altra morte. Se la fabbrica verrà chiusa tanti operai perderanno il lavoro, mandando così in rovina le tante famiglie che non avranno di che vivere.

La chiusura dell’Ilva, pur essendo nell’aria da tempo, una volta che avviene sconvolge le vite di tutti, è un’onda che si abbatte sulla città, un’epidemia che si diffonde in ogni angolo di Taranto.

È un libro che non lascia indifferenti, che scuote le coscienze, che spinge a riflettere sulla fragilità del lavoro, sulla precarietà della vita, sulla necessità di un mondo più giusto, più equo, più umano.

Pur essendo Luca un personaggio immaginario, è impossibile non comprendere (ed è lo stesso autore a farlo sottintendere) che molte delle vicende narrate sono vere, ma romanzate per necessità.

Boccuni, con la sua prosa cruda, semplice e coinvolgente, ci consegna un’opera che ci fa toccare con mano la tragedia di Taranto, la fine di un’epoca, la nascita di un nuovo capitolo, un capitolo che ancora non sappiamo scrivere.

©Giovanna Minerva Pennisi per @lefrasipiubelledeilibri

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