“La tentazione di essere felici” – Lorenzo Marone

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AUTORE: Lorenzo Marone
TITOLO: La tentazione di essere felici
EDITORE: Longanesi
GENERE: Narrativa

TRAMA

Cesare Annunziata è quello che un giovane definirebbe senza troppi problemi un vecchio rompiscatole. Settantasette anni, vedovo di Caterina da cinque, Cesare è in realtà un uomo che ha deciso, alla sua età, di fregarsene dell’opinione altrui. La gente in fondo non gli è mai piaciuta, si fa i fatti suoi e con la propria vita intrattiene pochi bilanci, perlopiù improntati a una feroce ironia, forse per il timore che non tornino. Che cosa è stato in fin dei conti il suo matrimonio con Caterina se non la decisione meno faticosa da prendere a un certo punto? Che cosa sono i suoi due figli se non un tacito ossequio a ciò che “si deve fare”, senza la forza di costruire con loro un dialogo se non attraverso una devota consorte-interprete? E cos’è stata la sua carriera se non uno stanco dover essere senza entusiasmi e senza problemi?

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La vita di Cesare potrebbe scorrere così per la sua china fino al suo prevedibile e universale esito, tra un mezzo bicchiere di vino di tanto in tanto con l’anziano Marino del secondo piano, le poche chiacchiere scambiate malvolentieri con Eleonora, la gattara del condominio, e i guizzi di passione carnale per Rossana, la matura e formosa infermiera che arrotonda le magre entrate delle iniezioni con qualche attenzione a pagamento per gli anziani vedovi del quartiere. Ma un giorno nel condominio arriva la giovane ed enigmatica Emma, sposata a un losco individuo che così poco le somiglia, e che la gravidanza rende ancora più fragile e bella. Anche se capisce subito che…


RECENSIONI

Esistono libri che una volta terminati, ti ricordano il motivo per cui ami leggere, “La tentazione di essere felici” è uno di quelli.
Questo libro mi ha trasmesso diverse vibrazioni positive, mi ha commosso, ha toccato corde nascoste in profondità e quando ho girato l’ultima pagina ho esclamato ad alta voce: “Che bello!”.
Cesare Annunziata è un uomo che appare alla società scorbutico, asociale, ed estremamente cinico. Un personaggio curioso e molto interessante.
Ama le donne, ama la vita, è ironico e affronta tutto così come viene, riflettendo su ciò che è stato e cercando di dare il meglio nel tempo che resta facendo un bel po’ di confusione, ma il caos, come ben sappiamo, fa parte dell’essere vivi.

La parte vissuta da Cesare è più lunga di quella che gli rimane, questo perché è anziano e sa di non poter vivere in eterno.
La sua andatura non appartiene ad un uomo rassegnato, i suoi passi, andando avanti, si fanno sempre più decisi.
Il tempo passa per tutti, soprattutto quando si è presi da se stessi e adesso è arrivato il momento di guardarsi intorno e vedere chi e cosa c’è realmente; a volte può non essere tardi.

Quando il nostro protagonista pensa di aver visto tutto nella vita, ecco una sberla che lo fa girare imponendogli di vedere molto altro.
Scoprirà che non tutto quello che pensava era esattamente così come lo vedeva e credeva, e si ritroverà a fare i conti con quello che in passato ha seminato.

I frutti li vedrà attraverso i suoi figli, Dante e Sveva.
Dante è un ragazzo sensibile che ricerca continuamente l’approvazione del padre. 
Sveva invece ha tanta rabbia dentro; hanno colpa i silenzi, le parole non dette, e i segreti.
Quelle cose che se non buttate fuori marciscono dentro.
La vecchiaia regala a Cesare una seconda opportunità, una possibilità di riscatto. 
Questa opportunità, in un tempo così decisivo, si ha bisogno di coglierla.

In una Napoli raccontata per la città meravigliosa e complicata qual è, questa storia travolgerà completamente il lettore.

©AnnaR – @lefrasipiubelledeilibri

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Questo è un libro bellissimo, di gran lunga il migliore che abbia letto negli ultimi mesi. Cesare Annunziata è uno dei più bei personaggi che abbia mai incontrato, nella mia lunga carriera di lettrice. Cesare è anziano, non è stato un buon marito e nemmeno un buon padre e non si è mai impegnato più di tanto neanche nel lavoro. Lo sa, ne è consapevole ed è pronto a vivere gli ultimi anni in solitudine, portandosi appresso i rimpianti delle cose non fatte, degli abbracci non dati, dei sentimenti non espressi e dei mille altri “potrei ma non voglio” di cui ha riempito la sua vita.

Eppure, inaspettatamente, sul finale la vita gli offre un’altra possibilità e lui decide di coglierla, di cercare di fare qualcosa di buono per una volta.
Un libro che scorre veloce, ti fa sorridere, ti fa riflettere e ti commuove con la sua semplicità. È ambientato a Napoli una città che non mi ha mai colpito particolarmente ma che nel libro è descritta talmente bene che quasi ti viene voglia di andarci. Nelle ultime pagine, la serie infinita dei “mi piace” di Cesare ti smuove davvero qualcosa dentro.
Bello davvero. Onorata di averlo letto.

[©Simona Carbone]

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“La tentazione di essere felici” di Lorenzo Marone narra delle vicende di Cesare Annunziata, un vecchio signore che ha preso l’importante decisione di non decidere. “…Gli anni in cui tutti ti invitano a tener duro per costruirti un futuro sono i migliori e non vanno gettati al vento per pensare ai successivi…”.
Se il mondo precipita egli si scosta, incurante, un po’ più in là. Si lascia vivere per inerzia, si lascia sposare: “…Ho sempre delegato gli altri, al punto che era mia moglie a decidere cosa mi piaceva…”; egli concepisce, lavora, s’innamora, gode di elementari soddisfazioni volando sempre basso: un uomo che sembrerebbe un debole ma la cui indole ha delle radici precise: “…Se ti dicono ripetutamente che sei stato un buono a nulla, alla fine ti convinci di non poter essere altro che un buono a nulla…”; un uomo che si lascia trasportare dalla corrente del fiume della vita, escludendo dal suo pensiero qualunque forma di senso critico.
Asociale, misantropo: “…Si crede di non aver bisogno di nessuno finché ci si accorge di non avere più nessuno…”, menefreghista, egoista, all’occorrenza camaleontico e millantatore, privo di scrupoli e dignità, la sua vita scorre all’interno di un breve recinto sociale ricco di pregiudizi; irresponsabile verso la famiglia e attento alla continua conquista delle grazie femminili, teso a perseguire il proprio benessere e fallendo, invero, anche in questo, tra amori impossibili e rapporti incerti: “…Per settantadue anni e centoundici giorni ho gettato nel cesso la mia vita…”.
Poi un giorno, nel volgere della sua ultima stagione, accade qualcosa che scuote la sua inerzia e, sperando di non fallire ancora una volta, si trova a ‘dover fare’, nonostante il fatto che “…Nessuno può essere salvato se non lo vuole…”.
Il racconto si svolge sullo sfondo di un condominio dall’odore di vecchiume e di gatti, fra personaggi di famiglia e vecchi condòmini: “…Se fosse un tema, Marino sarebbe un compito di due paginette, il minimo sindacale…”; Eleonora, “…la gattara del condominio…”; due figli e un nipotino; un’improbabile particolare compagna.
Sembrerebbe un volume distopico ma non lo è. Marone, con arguzia, ironia, ma anche senso della realtà riesce a descrivere difetti ma anche anche pregi che corrispondono ai tanti volti che noi stessi possiamo assumere, concentrandoli nella personalità di pochi personaggi.
Qualche lettore troverà, in questa narrazione ed in una serie di aforismi, un pezzetto del proprio carattere e, se avrà la capacità di non prendersi troppo sul serio, potrà sorridere di sé stesso in modo sano e schietto.

[©Sergio Mascagna]

 

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