FRASI
“Se dovessi spiegare cos’è un amico, questo direi. Un amico è quella persona per cui anche se è cambiato tutto non è cambiato nulla.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Le parole a volte si ingolfano, altre si consumano. Altre volte ancora arrivano in ritardo e non servono più a dire quel che volevano. Sono meccanismi di precisione, le parole. Nella tua lingua, nella nostra lingua di quando ero bambina, sono incastri e composizioni perfette, esattissimo. Ma hanno anche il loro ritmo, è molto importante trovarle a tempo.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“La vita è molto semplice. Per essere felici non ci vuole tanto. Per essere felici non ci vuole quasi niente. Niente, comunque, che non sia già dentro di noi.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Si ha nostalgia delle persone, non delle categorie. Di tua nonna, proprio lei, non delle nonne. Di tuo padre, non di un padre.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“È l’assenza la vera misura della presenza.
Il calibro del suo valore e del suo potere.”[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“La nostalgia è fisica, poi. È proprio impossibile colmare la mancanza di un corpo vivo: quell’odore, quella morbidezza della pelle, quella voce quando ti chiama. Quel tipo di resistenza docile alla braccio, quel modo di piegare il collo. Non c’è niente, nessuno che possa sostituire l’assenza di qualcuno. Solo il sogno.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Ma io sono viva nonna, il dolore da solo non uccide e io sono viva. Dunque devo vivere, perché finché ci sono ci sarà il ricordo di chi non è più con noi. Vivo, il ricordo: vive loro nei pensieri. Dimenticare, nonna. Tu che hai camminato per un secolo lo sai che niente si dimentica ma tutto, a momenti, si deve poter prendere e mettere in un posto. Tenerlo in mano e metterlo in tasca, spostarlo sul comodino come fosse un fiore in un vaso, uscire, poi rientrare e ritrovarlo lì. Come potremmo vivere senza placare la memoria, che non vuol dire arrendersi, o dimenticare, ma lasciare che il caldo si raffreddi che il bagnato si asciughi che ogni cosa si trasformi e nasca un inizio da ogni fine.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“È il tempo la nostra prigione. Il troppo presto, il troppo tardi, il troppo breve e troppo poco.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“L’attesa delle persone amate non è una pausa: è un lavoro incessante, una fatica mostruosa, una lotta contro i peggiori dei pensieri.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Ogni minuto della vita gira attorno a qualcosa che non c’è più perché qualcos’altro possa accadere.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“C’è bisogno di paura per avere coraggio.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“La storia non la capisci mai mentre accade. È raro. […] La storia grande è uno spostamento piccolo nella tua vita. È la storia piccola della tua vita a essere grande.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“L’amore non si dimentica di te anche quando tu lo ignori. Torna, bussa. Se non rispondi ti porta a fondo. Devi averne un po’ paura, ma più di tutto devi mostrargli il tuo coraggio. Devi esserci, quando chiama. Devi essere lì è prenderti cura di lui. Solo se lo lasci libero di andare puoi vederlo tornare.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Non è vero che l’oblio non esiste. La testa seleziona, fa archivio continuamente e molto scarta. Fa spazio, compatta. Magari non elimina del tutto ma comprime in un formato illeggibile. Anche se ti sforzi non trovi la chiave, non lo puoi decifrare più.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Conosco la solitudine e la riconosco, non mi è nemica, al contrario: è diventata nel tempo una compagna e un’alleata. Nel tempo, perché al principio è stata una vera guerra. L’assenza mi ha dato assedio, come fanno gli eserciti con le fortezze. Mi sparava le sue frecce e le sue palle di cannone, aspettava la notte, profittava della mia debolezza e la cercava per vincermi.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Cercare, viaggiare, vedere, provare a capire il disegno grande qual è. Questa è la sola cosa che possiamo. Non fermarci, non soffocare mai il desiderio. Un altro passo. Un metro in più. Dimenticare è ricordare. Portare fuori e riportare al cuore.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Bisogna fare pace col destino, qualunque cosa esso sia. La palla che non si incontra col piede, troppo presto o troppo tardi, troppo a lungo o troppo poco, disincontri, malintesi, io pensavo che tu, e invece tu, com’è possibile che non possiamo unire le nostre vite, per quale ragione, non vedi che è scritto, non capisci che non ci sarà mai più una perfezione come questa, che siamo proprio noi, qual è l’ostacolo, non posso credere, non posso arrendermi. Invece sì, invece sì. Bisogna arrendersi, mi dici.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Le coincidenze non esistono, mi dicevi quando uscivamo e io ti raccontavo quanto mi impressionasse questo tornare dei numeri, dei nomi, dei luoghi nel corso delle vite. Non esistono, mi dicevi: sono tutti nodi che arrivano al pettine delle nostre vite. Per qualcuno arrivano, per altri non arrivano mai. C’è chi non si pettina.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Non ha paura del dolore. Né del suo né di quello degli altri. Lo conosce benissimo: lo accoglie con molto amore, come un amico. Lo tratta con confidenza e con rispetto. Gli dà sempre del tu, ma con la lettera maiuscola.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Dimenticare è impossibile, ma vivere si deve perché la natura ha deciso così: il dolore da solo non uccide. L’assenza di un amore si ripara con altro amore.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Può succedere, ti è successo quello che non avresti mai pensato possibile. L’amore è tornato, non se n’era andato mai: era nascosto in un angolo, si era accovacciato con le mani sulla testa pieno di paura, ma era lì.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“La storia grande è uno spostamento piccolo nella tua vita. E’ la storia piccola della tua vita a essere grande.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Sei la meraviglia della vita, nonna.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Quando sono tornata mi ha chiesto di rivederci. […] Gli ho detto: no. Io non voglio rivedere te, non voglio vedere nessuno. Non posso, non mi interessa, non ho le forze né il desiderio. Davvero, non offenderti. Non c’è posto dentro di me per nessuno: tutto lo spazio è già occupato. Perdonami, ma no.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Niente si dimentica ma tutto, a momenti, si deve poter prendere e mettere in un posto. Tenerlo in mano e metterlo in tasca, spostarlo sul comodino come fosse un fiore in un vaso, uscire, poi rientrare e ritrovarlo lì. Come potremmo vivere senza placare la memoria, che non vuol dire arrendersi, o dimenticare, ma lasciare che il caldo si raffreddi, che il bagnato si asciughi, che ogni cosa si trasformi e nasca un inizio da ogni fine. Che la fame si sazi per tornare a essere fame. Che il desiderio si estingua per rinascere. Che il sonno dia pace alla stanchezza per avere sonno di nuovo. Ogni minuto della vita gira attorno a qualcosa che non c’è più perché qualcos’altro possa accadere.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Vorrei che mi aiutassi, se puoi, a prendere le parole metterle in fila ricomporre tutti i pezzi che sento frantumati e dispersi in ogni angolo del corpo. Vorrei ricostruire i frammenti come si ripara un oggetto rotto, prenderlo in mano e portarlo fuori da me. Per tenerlo accanto, portarlo in tasca, metterlo in borsa ma intero, tutto intero.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Intanto sorridi, e mi parli d’amore. Un amore nuovo, un altro amore. Lo descrivi. Non toglie niente a tutto il resto, al contrario: ti sente, ti tiene, ti accompagna, ti toglie lo zaino dalle spalle quando pesa troppo, nella marcia. Ti abbraccia.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Bisogna riuscire a distrarsi, a volte. E’ proprio necessario come il sonno, come l’acqua. Bisogna conservare intatta la memoria dei momenti ma non perdercisi dentro, non vivere solo di quelli – nella speranza, nell’inganno che tornino e si trasformino di nuovo nel presente -, e dunque cessare di esistere nei giorni, che sono invece pieni d’altro.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Chiunque sa che mestiere sia sopportare, trasformare, convivere con la mancanza della persona amata. Un lavoro incessante. Una battaglia continua. Un assedio. La presenza di chi manca è un assedio.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Perché si può vivere senza. Davvero, si può. Vivere con l’assenza, convivere. Perché tutto può capitare a chiunque. A te, a me, a chiunque. Davvero non possiamo prevederlo, vederlo, saperlo? Davvero.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Solo l’amore per un figlio è amore, quello vero. E credo che solo quell’amore lì, l’amore per i figli, abbia un suono. Quando li guardi e ti guardano – in certi momenti di silenzio – riesci a sentirlo. Una specie di onda remota, magnetica. Come se un arco invisibile suonasse la corda di una viola che non c’è. Non può esistere felicità più assoluta, non è vero?”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Gli attributi di possesso dovrebbero essere vietati per le persone. Quando sento dire “mia moglie”, “mio figlio” sono sempre a disagio. C’è qualcosa di bugiardo e di leggermente violento in quel “mio”. Come una impercettibile sopraffazione. Un furto di identità. Nessuno è di nessuno, penso. Tutti, volendo, invece, sono di ciascuno.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Non c’è niente, nessuno che possa sostituire l’assenza di qualcuno. Solo il sogno.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“L’assenza è una presenza costante: ti sfida in un corpo a corpo quotidiano, ti assedia. Ti vuole nella lotta, misura il tuo respiro. La nostalgia è fisica.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“No. Non c’è un’immagine che torna nei ricordi. Tutti. Tutti i ricordi sono qui: non è che ritornino, non sono mai andati via. Non si sono mai mossi dall’istante in cui sono arrivati al mondo. Si muovono, certo. A volte ti sorprendono per il momento in cui si manifestano. Non te li aspetti, intendo dire.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“No. Non ho nessuna foto con me. No, non ne ho una nel portafogli. Non ho nessun bisogno di vederle ritratte immobili in un istante del passato. Le vedo vive nel presente, non devo neppure chiudere gli occhi. Le vedo e le sento. Nessuna foto assomiglia a una persona viva. Nelle foto si sta fermi. Nella realtà, anche da fermi, si respira. Le foto non respirano.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Non dice mai di no. Dice tutt’al più: è possibile. E’ il suo modo per indicare una difficoltà. Non è facile. Non è detto. Non era previsto. E’ davvero complicato. Dunque: è possibile.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“C’è bisogno di essere felici, per tenere testa a questo dolore inconcepibile. C’è bisogno di paura per avere coraggio.
E’ l’assenza la vera misura della presenza. Il calibro del suo valore e potere.”[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Mi sono sentita tanto in colpa di essere di nuovo felice. Era come se tutti mi dicessero: come puoi dimenticare, come puoi lasciarti indietro quello che ti è successo, come puoi partire per una vacanza, bere un bicchiere di vino, amare un uomo, farti amare nel piacere, dormire dopo. Come puoi essere ancora viva, insomma, e aver voglia di stare ancora nel mondo. Hai dimenticato? Vergognati. E’ come se mi dicessero che sono morta anche io, ed è uno scandalo che mi ribelli. Ma io sono viva, il dolore da solo non uccide e io sono viva. Dunque devo vivere, perché finché ci sono ci sarà il ricordo di chi non è più con noi. Vivo, il ricordo: vive loro nei miei pensieri.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Quando solleva lo sguardo su di me vedo una tristezza che somiglia alla fine.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Lo so, è un silenzio che nasce dalle migliori intenzioni. Incredibile quanto male riusciamo a fare pensando di agire per il meglio.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]
“Neppure noi riusciamo a guardarci, perché gli occhi di ciascuno sono uno specchio che riflette il dolore dell’altro e si amplifica, il dolore, cresce, alla fine resta solo lui.”
[Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera]