AUTORE: Domenico Vecchioni
TITOLO: Pablo Escobar
EDITORE: Diarkos
GENERE: Biografia
TRAMA
Nel 1989 la rivista «Forbes» inserisce al settimo posto nella classifica degli uomini più ricchi del mondo il colombiano Pablo Escobar. Professione? Trafficante di cocaina. Il cartello di Medellín, da lui controllato, genera un volume d’affari impressionante, con somme vertiginose che fanno svanire ogni forma di coscienza e generano scontri armati senza pietà. Escobar diventa così ricco e potente da influenzare pesantemente la vita politica del suo Paese celandosi dietro una maschera di rispettabilità e di sensibilità politica verso i più poveri, mentre lui e i suoi sicarios ammazzano tutti coloro che possono rappresentare un ostacolo alla sua irrefrenabile ascesa. Mai nessun trafficante di stupefacenti era arrivato così in alto, una sorta di leggenda nera. Il libro ripercorre le straordinarie vicende biografiche del re della cocaina, indaga sui suoi amori, ricostruisce la sua personalità e racconta l’eredità lasciata dopo la sua uccisione nel 1993 a opera della polizia colombiana.
RECENSIONI
Cosa può essere ancora detto su Pablo Escobar, signore indiscusso della cocaina, che le serie tv e i film cult non abbiano già raccontato? La risposta è in questo libro: “Pablo Escobar. Vita, amori e morte del Re della Cocaina”.
Domenico Vecchioni, nella biografia dedicata al capo del cartello di Medellin, traccia la storia del narcotrafficante, dalla nascita fino alla morte. Insieme alla storia di Pablo Escobar viene ovviamente tracciata la storia della Colombia, che fu fortemente influenzata dalla presenza sul suo territorio di un criminale del calibro di Escobar.
Assistiamo alla nascita e alla formazione della personalità fortemente volubile e violenta di Pablo, dai suoi primi anni in cui la situazione economica della sua famiglia non era delle migliori, fino all’ottenimento di un patrimonio miliardario che per anni lo identificò tra gli uomini più ricchi del mondo. Il suo carisma, il suo ascendente e il suo carattere certamente eccentrico lo definiranno come una figura molto ambigua: da un lato uno degli avanguardisti nel consumo e distribuzione della cocaina, assassino efferato, criminale senza remore; dall’altro il “Robin Hood” colombiano, l’uomo che rubava ai ricchi (nei modi più disparati) e dava ai poveri.
La sua sete di potere e fama lo porterà a creare un impero, con un autentico esercito pronto ad eseguire i suoi ordini di morte senza pensarci due volte; addirittura arriverò a sfidare le istituzioni con modi plateali e mirati, quasi a far pensare che volesse istituire uno stato nello stato e dichiarare apertamente guerra alle istituzioni.
Tutti questi eventi offrono, ovviamente, una chiara visione circa le condizioni in cui versava la Colombia negli anni dell’egemonia del Patron.
I primi crimini, l’incontro con i fratelli Ochoa, la lotta con il cartello di Cali, gli attacchi terroristici ai danni dello stato e dei suoi funzionari: tutto questo tenne per decenni la Colombia sul filo del rasoio, con una popolazione sempre più stremata e in continua guerra.
Il libro, scorrevole, istruttivo e ovviamente avvincente, traccia la figura di Escobar in modo netto e lineare. Nonostante gli infiniti intrighi e gli altrettanti personaggi che si sono susseguiti in quei decenni di terrore, l’autore riesce a far seguire al lettore il filone principale arricchendolo di dettagli ed eventi che danno una dimensione sempre più concreta.
Il merito più grande, da non sottovalutare affatto, da attribuire a Domenico Vecchioni è senz’altro quello di aver svelato a noi lettori la figura del narcotrafficante esattamente per quello che fu. Sarebbe stato facile cadere nel clichè della macabra adorazione (la stessa che spinge ogni anno un numero consistente di turisti a visitare le strade di Medellin dove Escobar visse e consumò le sue atrocità) e invece l’autore descrive la mitomania e il delirio di onnipotenza di quest’uomo che fu indiscutibilmente geniale a suo modo:
“Quando si parla di narcotrafficanti bisognerebbe sempre tenere a mente che si tratta di mercanti di morte, venditori di veleno, esportatori di sostanze che conducono i consumatori all’autodistruzione. Anche quando, come nel caso di Pablo Escobar, utilizzano parte dei proventi a scopi assistenziali e benefici. Sono soldi che puzzano di morte.”
[©Martina Caruso per Le frasi più belle dei Libri…]