“Rancore” – Gianrico Carofiglio

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AUTORE: Gianrico Carofiglio
TITOLO: Rancore
EDITORE: Einaudi
DATA USCITA: 29/03/2022
GENERE: Narrativa gialla

TRAMA – Rancore

Un barone universitario ricco e potente muore all’improvviso; cause naturali, certifica il medico. La figlia però non ci crede e si rivolge a Penelope Spada, ex Pm con un mistero alle spalle e un presente di quieta disperazione. L’indagine, che sulle prime appare senza prospettive, diventa una drammatica resa dei conti con il passato, un appuntamento col destino e con l’inattesa possibilità di cambiarlo.

Nelle pieghe di una narrazione tesa fino all’ultima pagina, Gianrico Carofiglio ci consegna un’avventura umana che va ben oltre gli stilemi del genere; e un personaggio epico, dolente, magnifico.

Rancore

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FRASI

“…ci sono situazioni in cui bisogna rinunciare a spiegarsi, perché l’altro – o l’altra – ha diritto a tenersi la sua rabbia, il suo rancore, anche il suo odio.”

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“Credo ci sia un conflitto in ogni relazione. Può riguardare il denaro, il lavoro, il sesso, l’idea stessa di famiglia e di intimità. O diverse di queste cose insieme. Se si riesce a tirarlo fuori, cioè si è capace di parlarne, si può disattivarlo o almeno controllarlo.
Altrimenti cresce silenzioso e quando te ne accorgi non c’è più niente da fare. Ciò che provoca i problemi e i disastri nelle relazioni è ciò che non viene detto.”

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“Capita spesso: diamo i nostri genitori per scontati – diamo un sacco di cose per scontate – poi scompaiono e noi rimaniamo a chiederci chi fossero davvero, cosa fosse stata la loro vita. Da dove veniamo noi.”

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“La domenica è la perfetta lente di ingrandimento per l’angoscia che ti porti appresso, più o meno addomesticata, gli altri giorni della settimana.”

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“Ho letto da qualche parte che la cosa che ci attrae per la prima volta verso qualcuno è spesso la stessa che alla fine ci allontana.”

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“Ma funzioniamo così: decidiamo cose fondamentali sulla base di labili intuizioni, simpatia, antipatia, preconcetti ( positivi e negativi) più o meno inconsapevoli.”

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“- Capita spesso. Ci diciamo le bugie perché quello che implicherebbe riconoscere la realtà ci appare insopportabile. Poi non lo è quasi mai.
– Cosa?
– Insopportabile.”

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