AUTORE: Rita Maffini
TITOLO: Triplum
GENERE: Narrativa
TRAMA
Un contatto visivo tra Margot Truasiem e Marius Fuerster basta per mettere a soqquadro l’esistenza di Margot. L’unico problema è che Margot ha settantacinque anni e il giovane pittore solo diciannove. Eppure lei sente nei suoi confronti molta familiarità e uno strano vincolo sentimentale. Dopo quell’incontro, la vita di Margot cambia; sogni di epoche lontane turbano le sue notti. È certa che in un passato lontano lei e Marius fossero amanti. Desiderosa di svelare il segreto della sua vita passata, Margot viaggia in un paese lontano per farsi consigliare da uno sciamano. Lui porterà le luce chiarezza nella sua vita e le rivelerà il segreto del Triplum… C’è una vita dopo la morte? Quante chance abbiamo per vivere, per amare, per essere veramente virtuosi?
RECENSIONI
Vorrei fare una premessa. Leggendo questo romanzo ho avuto l’ennesima conferma di quanto sia importante il lavoro del traduttore, inteso come colui che ha la capacità di trasporre un testo da una cultura all’altra. Non si possono sovrapporre semplicemente dei termini, per quello c’è google traslate. Nel tradurre un testo bisogna riportare la stessa intenzione, l’armonia e il senso che caratterizzano l’intero testo. Quello del traduttore, o mediatore culturale, è un lavoro che va rispettato, e chi si improvvisa tale sottoscrive un disastro.
Rita Maffini ha scritto Triplum prima in tedesco, sua lingua d’acquisizione da ormai quarant’anni, e poi si è curata della versione italiana. Questa la prima grande pecca. Non ho letto l’originale, uscito in Germania ormai qualche anno fa, ma nella versione italiana, l’uso di parole ormai obsolete (si veda già all’inizio “malgarbo”) e la ricerca di sinonimi a livello scolaresco rendono la lettura poco scorrevole e a tratti pesante (“Il sesso forte non mi ha mai assai attratto”, per indicare lo scarso interesse verso gli uomini).
Un vero peccato, perché la trama ha spunti interessanti, soprattutto nella seconda metà, quando comincia ad essere sempre più chiaro il legame tra i protagonisti e fino a svelarci il vero senso del “triplum”. L’intendo dell’autrice è di presentarci una visione del mondo priva di preconcetti, in cui il fato si presenta come una strada ben tracciata dalla quale è difficile deviare. Il destino manda all’aria i nostri piani e noi dobbiamo reagire al meglio delle nostre capacità.
I protagonisti del romanzo si trovano a dover affrontare situazioni emotivamente e fisicamente sconvolgenti e ne escono inevitabilmente cambiati. Purtroppo, mi è stato difficile empatizzare con Margot, Wilma e gli altri, causa anche gli eccessivi dialoghi, spesso sterili, ricchi di informazioni utili solo ad annoiare il lettore, come la ridondanza di specificazioni di orari o luoghi d’incontro, del tutto irrilevanti per la storia.
[©Gaia Del Riccio]