“Una scrittura femminile azzurro pallido” – Franz Werfel

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AUTORE: Franz Werfel
TITOLO: Una scrittura femminile azzurro pallido
EDITORE: Garzanti
GENERE: Narrativa classica

TRAMA

Nella Vienna degli anni Trenta un appagato funzionario ministeriale, assurto ai vertici della burocrazia statale grazie al conveniente matrimonio con una rampolla dell’alta società, riceve una lettera. Il cuore si ferma, dentro di lui, quando sulla carta della busta riconosce una scrittura femminile azzurro pallido.

Quella grafia gli ricorda una donna, forse l’unica che abbia mai amato, l’unica che abbia mai dato colore a un’esistenza altrimenti dominata dal grigiore del lavoro e della carriera. In quella lettera, dai toni freddi e distaccati, la donna gli chiede di intercedere in favore di un giovane diciottenne la cui madre è ebrea. Chi è quel misterioso giovane? Forse dietro di lui si cela il figlio che l’uomo potrebbe aver avuto da quella relazione tanto appassionata, ma scomoda e troppo presto dimenticata?


RECENSIONI

Le donne che amano hanno un sesto senso. Il loro intuito é sicuro come quello di animali selvaggi che fiutano il nemico.
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Immaginate una grande e lussuosa casa in cui vivono un alto funzionario ministeriale Leonida, ed una altolocata donna a modo ed elegante che è sua moglie, Amelie. Immaginate stiano vivendo una normale raffinata colazione mentre la posta giace sul tavolo. Immaginate che durante una amabile conversazione esca fuori che Leonida, persona socialmente molto amata e professionalmente molto in vista, chiacchieri con la moglie circa la numerosa posta di cui è destinatario per il suo recentissimo compleanno. Siamo nella Vienna del 1936 e siamo di fronte a due personaggi molto diversi.

Lei, Amelie, di famiglia molto prestigiosa, i Paladini, moglie devota, fiduciosa, totalmente dedita al marito che ha conquistato con tenacia e determinazione, e lui, un povero ragazzo il cui destino cambia con l’arrivo fortuito di un frac e l’occasione di un ballo, lui che sapendoci fare nasconde le sue origini dentro un frac non suo e si trova immerso nella sua occasione di vita, che lo porta molto in alto. Sono senza figli.
Lui un borioso, un orgoglioso, un saccente, un uomo dalla vita piena di successi e ombre, di omissioni e ipocrisia, un uomo dedito alla sua fortuna.
Tra quelle tante buste ne emerge una, molto particolare, una busta con una scrittura azzurro pallido.

Quella lettera arriva come un fulmine a ciel sereno nella vita tutta sotto controllo di Leonida: lui quella scrittura la conosce, appartiene a Vera, un suo amore del passato.
Ed ecco che Leonida si muove in modo felpato per nascondere la lettera agli occhi della moglie, dimostrando subito al lettore che oltre l’apparenza c’è molto da scoprire. Da lí si dipana una storia di struggimento mentale che tiene incollato il lettore che, restando fedele alle pagine, avrà colpi di scena perfettamente ben piazzati che rendono il libro un piccolo gioiello.

Scritto molto bene, in modo “classico” questa opera, di un poco più di un centinaio di pagine, ci conferma che taluni sono davvero nati per scrivere.
Primo incontro con il praghese Werfel, perfetto.
Consigliato.

[©Maria Elena Bianco]

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