“Uomini e topi” – John Steinbeck

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AUTORE: John Steinbeck
TITOLO: Uomini e topi
TRADUTTORE: Michele Mari
EDITORE: Bompiani
GENERE: Narrativa classica

TRAMA

George Milton si occupa da sempre con ferma dolcezza di Lennie Small, un gigante con il cuore e la mente di un bambino. Il loro progetto, mentre vagano di ranch in ranch, è trovare un posto tutto per loro a Hill Country, dove la terra costa poco: un posto piccolo, giusto qualche acro da coltivare, e poi qualche pollo, maiali, conigli. Ma le loro speranze, come “i migliori progetti predisposti da uomini e topi” (è un verso di Burns), sono destinate a sbriciolarsi. Il ritratto di un’America soffocata dalla crisi e di un’umanità gretta e gelosa nella drammatica rappresentazione di un maestro della letteratura. Scritto nel 1937 e destinato a un pubblico di uomini semplici come George e Lennie, “Uomini e topi” è una breve storia ricca di dialoghi, un piccolo gioiello di scrittura, pensato da Steinbeck per essere messo in scena in teatro e al cinema: e così è successo, sul grande schermo e a Broadway. Ma «Uomini e topi» resta prima di tutto un romanzo indimenticabile. Questa edizione propone nella nuova traduzione di Michele Mari un racconto di impegno, solitudine, speranza e perdita che resta uno dei libri più letti e più amati della letteratura mondiale. Introduzione di Luigi Sampietro.


RECENSIONI

“George,” disse Lennie.
“Sí?”
“Ho fatto ancora una cosa brutta.”
“Non importa,” disse George, e tornò al suo silenzio.
Ora solo le creste più alte erano illuminate. Nella valle l’ombra era bluastra e morbida. Da lontano giunse un rumore di uomini che si chiamavano fra loro.

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A poche miglia a sud di Soledad, proprio dove il fiume Salinas lambisce le colline scorrendo verde e profondo, due uomini, due viandanti, camminano a fila indiana. Sono George Milton e Lennie Small. Sono due lavoratori stagionali che stanno camminando per raggiungere il nuovo ranch dove lavorare insieme. Si, a discapito di quello che fanno gli altri lavoratori, loro non si separano mai. George quasi protegge Lennie, che viene presentato al lettore come un gigante buono, un bambino nel corpo di un omone molto forte, un monstrum naturae.
Da subito é chiaro il rapporto tra i due, da subito è chiaro l’animo di Lennie e il suo modo maldestro di muoversi nel mondo. Man mano che Steibeck porta alla luce i vari personaggi si cristallizza la diversificazione da i buoni ed i cattivi, tra i vinti con voglia di riscatto ed i bulli. Tra vari personaggi maschili si erge una sola figura femminile che é la figura che sembra incarnare quasi “tentazione” che crea scompiglio tra i buoni ed i cattivi.
Attraverso una serie di dialoghi vengono disseminate frasi che accompagnano il lettore verso l’epilogo, che non stupisce ma che lascia il segno. Dentro.
George, Lennie, Slim, Candy, Crooks, Curley e sua moglie lasciano il segno e ci invitano, sotto varie sfumature, a riflettere sui versi di Burns: Spesso i progetti anche i più buoni che fanno i topi e che fanno gli uomini, finiscono in niente e in luogo della gioia, restano soltanto dolore stenti.
Sono felice di aver letto finalmente Uomini e topi, andava letto. Sono io in ritardo su un classico di cui ho compreso l’enorme successo. Poche pagine scritte come se fosse un opera teatrale, in cui tutta la forza narrativa di Steinbeck emerge e abbraccia il lettore.
Lo straconsiglio.

©Maria Elena Bianco

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