“Il ladro di quaderni” – Gianni Solla

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Il ladro di quaderni

AUTORE: Gianni Solla
TITOLO: Il ladro di quaderni
EDITORE: Einaudi
DATA USCITA: 30/05/2023
GENERE: Narrativa

TRAMA – Il ladro di quaderni

A Tora e Piccilli tutto è uguale da sempre, il mondo inizia e finisce lì. Davide fa il guardiano di maiali, capisce le bestie meglio degli uomini ma ruba i quaderni al mercato del paese. Teresa invece è andata a scuola, ha voglia di scappare e l’audacia di chi sa quello che vuole. Ma un giorno arrivano trentasei ebrei da Napoli, mandati al confino proprio lì.

Il Duce ha detto che vanno allontanati, eppure Davide li va a cercare. Soprattutto Nicolas, che guarda la luna nel cannocchiale e nomina «il petto profondo dell’oceano». È la guerra che li fa incontrare e scontrare, poi li separa. Fino a scambiare i loro destini.

«Non sapevamo ancora verso cosa ci stavamo dirigendo, non sapevamo da cosa stavamo scappando, eravamo solo certi dei nostri corpi giovani. La mia vita cominciò con quel salto». Tora e Piccilli (a nord di Caserta), settembre 1942. Davide trascorre le giornate, a volte anche la notte, coi maiali ai quali fa la guardia: li conosce così bene da chiamarli per nome.

Zoppica dalla nascita, e per questo è deriso dai coetanei e maltrattato dal padre. Solo Teresa, che lavora nella corderia di famiglia e passa tutto il tempo libero a leggere, ha il coraggio di prendere le sue difese. Davide non riesce a immaginare altra vita che quella a Tora. Teresa invece non fa che ripetere che un giorno se ne andrà lontano, e Davide sa che dice la verità.

L’arrivo di trentasei ebrei di Napoli, inviati nel paesino dalle autorità fasciste, cambierà per sempre le loro vite. Nicolas, con la sua bellezza inquieta, si porta dietro un mondo sconosciuto e scombussola le loro giornate. Davide comincia a frequentare di nascosto le lezioni del padre di Nicolas, che ha messo su una scuola clandestina.

E così l’analfabeta figlio di un fascista impara a leggere e scrivere grazie a un ebreo. Davide, Teresa e Nicolas esplorano insieme la campagna intorno al paese, fino alle Ciampate del Diavolo (la credenza popolare dice che sul versante del vulcano spento vi siano impresse le impronte del maligno), ma anche il mondo inespresso dei loro sentimenti.

Il fantasma di Nicolas accompagnerà Davide negli anni a venire, a Napoli dopo la guerra. Quando lavorerà duramente in fabbrica, quando comincerà per caso a frequentare una compagnia teatrale, quando – ormai uomo, un altro uomo – calcherà il palco come attore acclamato. Sarà proprio Nicolas, vivo eppure così simile a un fantasma, a ricondurlo a Tora, là dove tutto è iniziato.

Il ladro di quaderni

FRASI

Non mi fraintendere, non cambierei la mia vita con quella di nessuno, ci ho messo molti anni per essere la persona che volevo essere.

– Quindi per lei la forza serve a scegliere cosa essere?
– Dovrei pensarci bene, ma credo che la risposta abbia a che fare con il divenire. E con la paura.

 

Il ladro di quaderni

quaderni

-Ogni volta che devo dire qualcosa la penso nel nostro dialetto e poi la traduco in italiano o in napoletano. La verità è che ogni mio pensiero passa prima per questi posti e poi arriva dove mi trovo.

-Soltanto molti mesi dopo, quando il mio vocabolario sentimentale sarebbe diventato piú articolato, avrei distinto dall’ammasso vertiginoso di quei primi giorni l’invidia, la curiosità, la superbia.

– Solo gli infelici se la prendono con altri infelici.

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– Un altro segno dell’influenza che Nicolas avrebbe avuto su di me: le parole. Anche quelle che avevo già sentito, dalla sua bocca uscivano trasformate, e il suono e il significato diventavano una cosa sola.

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– Se il desiderio non si fa azione allora non è veramente desiderio.

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– Questa era un’altra cosa che il ragazzo mi spingeva a fare a sua insaputa: distruggi quello che hai, ricomincia da un corpo nuovo, cammina lungo un sentiero che non hai mai attraversato.

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– Volevo solo avvicinarmi il piú possibile al ragazzo che avevo visto scendere dall’autocarro. Se non potevo essergli amico, allora anche peggior nemico mi andava bene.

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– I figli hanno lo stesso sangue dei padri. Il nostro destino è scritto in quello dei nostri genitori, e quello dei nostri figli nel nostro. Continueremo a perpetuare la stessa miserabile vita in corpi differenti.

Gianni Solla, Il ladro di quaderni

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– Osservarmi fu la prima cosa che Nicolas mi spinse a fare.

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– Da quei primi istanti in cui osservai il suo modo di camminare, cominciai a misurarmi con lui. Ogni cosa era diventata vecchia, superata, ogni luogo inospitale e irriconoscibile.

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– Un peccato a cui inevitabilmente ne sarebbe seguito un altro, perché certi peccati sono sentieri naturali che ti costringono a spingerti in altri piú proibiti ancora.

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– Eravamo gente di campagna, conoscevamo tutto della terra e degli animali ma niente degli uomini.

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– Per prima cosa li annusavo. L’odore della carta nuova mi ricordava un punto del bosco dove il vento porta gli odori dell’erba e dei funghi.

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– Scrivere aveva a che fare con il corpo, era come trasportare i secchi d’acqua o spingere il carretto verso il mercato.

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– Nella mia personale geografia, Teresa e il mare si assomigliavano, perché di tutti e due avevo solo informazioni lontane.


RECENSIONI

Fatico a trovare le parole per iniziare questa recensione. Esordisce così: ho letto davvero un bel libro, una bella storia.

Siamo a Tora e Piccilli, un piccolo paese dove la popolazione è poca, gli uomini lavorano la terra e le donne pensano ai figli. In questo paese c’è un ragazzo Davide, che alleva i maiali.  La penna di Solla fa sentire proprio quell’odore, quel fetore, si toccano i suoi vestiti sporchi e chissà perché si vede quello sguardo verso il futuro di Davide.
Lui figlio di “Tommaso Raffaele Fortunato Buonasorte detto Furtunà, analfabeta, debole di polmoni, cercatore di funghi, proprietario di quindici maiali e iscritto al partito fascista nella sede di Caserta” non ha niente a che vedere con suo padre.In cuor suo lo sa, ma la cultura del tempo gli impone di ascoltare tuo padre e di seguire le regole della vita di chi ha a che fare con gli animali e li capisce, ma non le persone. Davide é storpio, zoppica. Tra i maiali però si trova a suo agio. Ha una madre ed una sorella con cui condivide solo la casa perché sono troppo “remissive”. Non conosce la parola per dirlo ma lo sa.Le parole, le parole che sono importantissime per Davide aprono a lui un mondo nuovo, una nuova vita. Non sa ancora quanto ma le cerca al punto da chiedere a Teresa di aiutarlo a imparare a leggere e scrivere e a rubare i quaderni per esercitarsi.

Le parole diventano fondamentali quando incontra per la prima volta Nicolas. Lo straniero. Uno dei trentasei ebrei che arriva a Tora e Piccilli. Vorrebbe dire e pensare tanto cose ma gli mancano le parole…e vuole impararle.

“Ho imparato a scrivere per mano degli ebrei, a leggere dai fascisti, e a conoscere il dolore da Teresa .”, così dirà al lettore Davide ad un certo punto del libro.

L’arrivo degli ebrei contribuirà a tessere un forte legame tra Davide, che sente di non essere solo nato per i maiali, Teresa, che vuole cambiare vita, e Nicolas vittima della sua natura. Stringeranno un legame forte e indissolubile malgrado tutto. Malgrado il destino, malgrado la vita, malgrado i sentimenti. A compromettere quel rapporto Teresa.

Chi ama Teresa? E una volta che sceglie, cosa succederà? Il tempo passa e tutti e tre si troveranno a fare scelte talvolta per volontà altre per necessità. Tra i tre c’è chi si riscatterá trovando la sua strada, chi soccomberà e chi pur di andare lontano si troverà a fare scelte forzate. Eppure i ricordi, la nostalgia, le emozioni vissute e le vicende vissute porteranno Teresa, Nicolas e Davide a cercarsi e ritrovarsi.

Ritrovarsi e allontanarsi é il ritmo del loro legame. Indissolubile oltre ogni aspettativa. Certo sembra che io abbia scritto troppo ma non è così. La penna di Solla ci conduce con maestria dentro la maturazione di ogni personaggio, e tanti sono gli eventi che non posso ne anticipare ne accennare per non togliere la curiosità.

Solla si manifesta come uno scrittore profondo e sensibile capace di scrivere storie profonde, di dare spunti di riflessione importanti e di appassionare il lettore.

Consigliatissimo.

©Maria Elena Bianco

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