“La ragazza della nebbia” – Donato Carrisi

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La ragazza nella nebbia

AUTORE: Donato Carrisi
TITOLO: La ragazza della nebbia
EDITORE: Longanesi
DATA USCITA: 14/09/2017
GENERE: Thriller

TRAMA – La ragazza della nebbia

La notte in cui tutto cambia per sempre è una notte di ghiaccio e nebbia ad Avechot, un paese rintanato in una valle profonda fra le ombre delle Alpi. Forse è stata proprio colpa della nebbia se l’auto dell’agente speciale Vogel è finita in un fosso. Un banale incidente.

Vogel è illeso, ma sotto shock. Non ricorda perché è lì e come ci è arrivato. Eppure una cosa è certa: l’agente speciale Vogel dovrebbe trovarsi da tutt’altra parte, lontano da Avechot. Infatti, sono ormai passati due mesi da quando una ragazzina del paese è scomparsa nella nebbia. Due mesi da quando Vogel si è occupato di quello che, da semplice caso di allontanamento volontario, si è trasformato prima in un caso di rapimento e, da lì, in un colossale caso mediatico. Perché è questa la specialità di Vogel.

Non gli interessa nulla del dna, non sa che farsene dei rilevamenti della scientifica, però in una cosa è insuperabile: manovrare i media. Attirare le telecamere, conquistare le prime pagine. Ottenere sempre più fondi per l’indagine grazie all’attenzione e alle pressioni del «pubblico a casa». Santificare la vittima e, alla fine, scovare il mostro e sbatterlo in galera.

Questo è il suo gioco, e questa è la sua «firma». Perché ci vuole uno come lui, privo di scrupoli, sicuro dei propri metodi, per far sì che un crimine riceva ciò che realmente gli spetta: non tanto una soluzione, quanto un’audience.

Sono passati due mesi da tutto questo, e l’agente speciale Vogel dovrebbe essere lontano, ormai, da quelle montagne inospitali. Ma allora, cosa ci fa ancora lì? Perché quell’incidente? Ma soprattutto, visto che è illeso, a chi appartiene il sangue che ha sui vestiti? Da questo romanzo il film con Toni Servillo, Alessio Boni e Jean Reno.

FRASI

Non si nasce mostri. È come con l’amore: ci vuole la persona giusta.

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È il male il vero motore di ogni racconto: gli eroi e le vittime sono solo uno strumento, perché ai lettori non interessa la vita quotidiana, hanno già la loro.

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Era l’effetto della televisione. Era come se le parole, i gesti assumessero una nuova consistenza. Un tempo la tv si limitava a riproporre la realtà, adesso era l’artefice del processo inverso. La rendeva tangibile, consistente. La creava.


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