“La ragazza senza nome” – Elda Lanza

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AUTORE: Elda Lanza
TITOLO: La ragazza senza nome
EDITORE: Salani
DATA USCITA: 11/06/2020
GENERE: Narrativa gialla

TRAMA – La ragazza senza nome

Nella roggia di Sanpietro c’è un cadavere. Il corpo di una giovane donna è riverso nel canalone; nessuno sa chi sia, nessuno ne ha denunciato la scomparsa.

L’ultima persona ad averla vista viva è Beatrice Longoni, che l’ha accolta in casa propria durante una notte buia e agitata. Ma Beatrice non fa in tempo a raccontare com’è andata, perché dopo che Max Gilardi ha deciso di assisterla, un’esplosione misteriosa la mette a tacere per sempre.

E mentre la scia di sangue si allunga, inarrestabile, per Gilardi arriva il momento di scendere in campo e indagare su una catena di omicidi in cui niente è come sembra e il vero e il falso si intrecciano.

Nel suo romanzo postumo, Elda Lanza, indimenticabile signora del giallo italiano, costruisce ancora una volta con mano sapiente una storia capace di ammaliare, grazie alle sue atmosfere cariche di fascino e ai personaggi segnati da un destino tanto crudele quanto imprevedibile.

La ragazza senza nome

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FRASI

Quando ci sono troppe domande, è difficile avere una sola risposta.

Elda Lanza, La ragazza senza nome
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Sentì per quella ragazza lo stesso senso di pena e di commozione che aveva provato per il leone della fotografia che aveva appeso in studio, tra le due finestre.
Bello e commovente.
Quella ragazzina era bella e commovente. Racchiudeva in sé un mistero difficile da decifrare, come se pretendesse di essere lasciata in pace.
Come se avesse voluto morire difendendo la propria morte e quella piccola parte di vita, certamente difficile. Strana e misteriosa.

Elda Lanza, La ragazza senza nome
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Per crescere servono i dubbi… e se non sei scemo i dubbi ti servono sempre. Tieniti stretti i tuoi, vedrai che ce la faremo.

Elda Lanza, La ragazza senza nome
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La bellezza è un dono. Ma essere belli è un’arte.

Elda Lanza, La ragazza senza nome

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RECENSIONI

Ho appena finito di leggere l’ultimo giallo di Elda Lanza, scomparsa lo scorso 10 novembre. Ammetto che è la prima volta che leggo uno dei suoi libri; la conoscevo infatti poco: lei è stata la prima presentatrice della televisione italiana, icona di eleganza e maestra di bon ton. Ha cominciato a scrivere relativamente tardi nella vita, cosa che l’accomuna all’altro maestro del giallo, Camilleri.

Ecco, mi verrebbe spontaneamente da dire che Elda Lanza era la sua equivalente femminile. Il suo primo giallo, Niente lacrime per la signorina Olga, uscì nel 2012, e, da allora, la serie di gialli che vede come protagonista l’avvocato Gilardi e che termina con questo libro che ho tra le mani, La ragazza senza nome, divenne molto celebre.

Ho iniziato la lettura pensando fosse un libro con una trama molto semplice, quasi banale. E invece, a mano a mano che proseguivo, vedevo come il caso su cui investigava l’ispettore Scalzi con l’immancabile aiuto dell’avvocato Gilardi e della sua collaboratrice Laura, diventava sempre più intricato e complesso.

Ci sono tanti enigmi da risolvere, che fino alla fine ci tengono col fiato sospeso e con tanti interrogativi che si accumulano. Una tecnica che d’altronde accomuna molte delle opere dei grandi giallisti.

I gialli di Elda Lanza hanno luogo a Napoli e dintorni e rivelano una maestria nel penetrare nell’anima dei protagonisti: la vittima, la ragazza senza nome, il cui corpo è stato adagiato con cura nella roggia, «bella e commovente […] come se pretendesse di essere lasciata in pace»; Beatrice Longoni, tipica donna del sud dal carattere forte e bonario, e Annalaura Longoni, la figlia, sognatrice come tutte le ragazze della sua età; l’efficiente Laura, l’avvocatessa collaboratrice di Gilardi, e l’ispettore Scalzi, ex compagno di Laura; Olga la seconda moglie di Gilardi, innamoratissima di lui, che cerca di dargli lo spazio necessario per esercitare la sua professone; la creativa Paola, prima moglie dell’avvocato che cerca di ricostruirsi la vita con un altro uomo; e infine l’avvocato Gilardi, bello e alto come un attore americano, ma professionale e al contempo umano come pochi.

Durante la lettura, anche se non avevo letto i gialli precedenti, ho potuto empatizzare facilmente con tutti questi caratteri, grazie alla chiarezza con cui Elda Lanza li descrive.

È proprio in queste sue descrizioni umane, nei dialoghi, nel ricorrente ma elegante “mannaggia” che i protagonisti pronunciano nei momenti di tensione, e nella finezza e la freschezza della scrittura, che utilizza un linguaggio molto semplice, chiaro e comprensibile, ma anche intriso da una divertentissima ironia, che è possibile scorgere lo stile e, perché no, anche il carattere dell’autrice, la sua grande cultura e l’attitudine alle buone maniere, all’eleganza. Una penna che è pertanto essenzialmente femminile e che non ha niente da invidiare a quella dei grandi giallisti.

La trama che a poco a poco si incupisce e a cui non mancano i colpi di scena, la simpatia e l’umanità dei caratteri, i luoghi in cui si dispiega la storia, i dialoghi molto realistici e frequenti che mantengono alta l’attenzione del lettore e che lo aiutano a immedesimarsi nella storia sono tutti elementi che hanno reso la lettura di questo libro molto piacevole.

L’unica debolezza che ho riscontrato durante la lettura è la moltitudine di altri nomi oltre a quelli principali, sparsi qua e là lungo la storia, a cui l’autrice non dedica una particolare attenzione e che potrebbero farci perdere un po’ il filo della trama.

Ma forse questa è anche una buona scusa per leggere tutti i suoi gialli e cercare di scoprire di più su di loro. Tutto sommato, è un libro molto interessante, scritto da una grande donna.

[©Chrysanthi Lamprou]

Elda Lanza, La ragazza senza nome

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