“Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore” – Susanna Casciani

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AUTORE: Susanna Casciani
TITOLO: Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore
EDITORE: Mondadori
DATA USCITA: 22/03/2016
GENERE: Young Adult

TRAMA – Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore

Un sabato mattina di fine aprile lui si sorprese a piangere davanti a lei. Non riusciva a parlare. Avrebbe voluto confessarle che era finita, ma sapeva che poi lei avrebbe iniziato a singhiozzare, e non ne sopportava nemmeno l’idea.

Lei alzò lo sguardo dal suo libro come se avesse avvertito una forza nuova in casa, incontenibile, che l’avrebbe schiacciata contro il muro se non si fosse aggrappata a qualcosa, così si aggrappò al suo orgoglio, o a quello che ne rimaneva.

Chiuse il libro, si alzò dal divano e si diresse verso di lui, si mise sulle punte e gli accarezzò la testa. Gli disse di stare tranquillo. Lui le faceva del male e lei lo consolava. Gli diede un bacio sulla guancia e uscì di casa senza voltarsi, per non essere costretta a dirgli addio.

Quando, quasi tre ore dopo, tornò a casa, lui non c’era più. Sfinita, si addormentò su quello che era stato il loro letto. Più tardi, si svegliò di soprassalto e mise a fuoco nel buio quella parte di letto, così vuota, e avvertì un macigno sul petto che non la faceva respirare. Si rese conto di non essere pronta a lasciarlo andare.

Si alzò per cercare un quaderno, come se improvvisamente fosse una questione di vita o di morte. Ne trovò uno. Conosceva le regole: non chiamarlo, non cercarlo, non seguirlo (!!!), non inviargli messaggi, bloccarlo su ogni social network, non giocarsi la dignità.

Conosceva le regole, ma le stavano strette, perché stavolta, in quella storia, ci aveva creduto talmente tanto da sentirsi quasi adatta a un futuro felice.

Per questo, per la prima volta in ventisette anni, decise di iniziare a tenere un diario segreto, che poi, a voler essere davvero sinceri, altro non era che un modo per continuare a parlare con lui.” Nel raccontarci la storia d’amore di Anna e Tommaso, Susanna Casciani racconta la storia di ognuno di noi.

Di chiunque abbia mai vissuto (e perso) un grande amore. E lo fa con la grazia e la profondità di parole che abbiamo imparato ad amare sulla sua pagina Facebook, capaci di farci sentire, sentire tutto, anche il male. E di farci tornare a sorridere sempre.

Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore

meglio soffrire


FRASI

Le ho chiesto perché, le ho chiesto dove vanno a finire le storie d’amore che non riescono a sopravvivere a se stesse.

Susanna Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore
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Avrei voluto essere leggera come una carezza, per te.
Avrei voluto essere il petalo di un fiore che ti cade sul viso all’improvviso e ti lascia addosso la piacevole sensazione di essere una persona fortunata, Avrei voluto assomigliare alle “tue” cose, quelle che ti fanno stare tranquillo.

Avrei voluto essere un gioco, l’unico gioco che se dura tanto è anche meglio, un gioco di quelli che non creano dipendenza, ma che quando ci si può giocare lo si fa volentieri e si torna bambini.
Avrei voluto esserti d’aiuto e mai di peso.
Mi dispiace tanto.

Susanna Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore

meglio soffrire

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L’aria sembrava bruciare, mi fanno male i polmoni e la gola come se respirare non mi fosse concesso, come se fossi allergica alla vita.

Susanna Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore
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Sentiti libera di appassire, di spegnerti, di arrabbiarti e di ricominciare ogni volta che vuoi.
Non giustificarti con nessuno per i tuoi occhi gonfi e per i tuoi capelli spettinati. E’ faticoso amare senza essere amati.
E’ logorante ricordare sapendo che a un certo punto la storia s’interrompe. […]
Smetti di chiedere scusa per tutto quello che sei e che non sei.

Susanna Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore

meglio soffrire

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Alcune persone restano nella nostra vita solo per la parentesi di un bacio o di uno scambio di opinioni di fronte a un giornale, per farci incazzare in fila alle poste e per svegliarci con un “buongiorno” mentre siamo assorti nei nostri pensieri, e non possiamo fare nulla per trattenerle, anche quando ci piacerebbe, perché è il giusto andamento delle cose: certe persone vanno e vengono.

Poi però ci sono anche gli altri, quelli che a un certo punto non ci ricordiamo nemmeno da dove sono arrivati perché sembra che ci siano sempre stati, quelli che non vanno da nessuna parte, quelli che entrano nella nostra vita e fanno di tutto per rimanerci.

Susanna Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore
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Allora forse, e dico forse, è meglio soffrire che metter in un ripostiglio il cuore. meglio non perdere la buona abitudine di piangere prima di dormire per poi, al mattino, sbocciare pieni di ottimi propositi e di dolci illusioni.

Meglio rimanere romantici e, perché no?, anche un po’ sdolcinati. E magari anche ridicoli, perché forse è così che appaiono agli occhi di chi non ama quelli che amano troppo.
Meglio non aver paura di far girare tutto intorno al cuore.
Anche se sembra assurdo, anche se ci rende fragili.
In realtà è un superpotere.

Susanna Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore

meglio soffrire

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Noi eravamo due bravi ragazzi che facevano un sacco di cose che non si possono raccontare, insieme.
Cose che non l’avresti mai detto, con quelle espressioni dolci, che ne potessimo essere capaci.
Lui era un bravo ragazzo, e io, io l’ho amato tanto.
Soprattutto quando fingeva di essere un duro e poi mi prendeva la mano senza accorgersene e non la lasciava più.

Susanna Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore
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Si sentì irrimediabilmente infelice.
Infelice perché era sicuro che presto non avrebbe più potuto proteggerla, perché sicuramente le voleva tanto bene, un bene quasi innato, però non l’amava.
L’aveva amata come uno scemo, fino a rimbecillire, quello sì, ma ora non la sentiva più.

A volte si dimenticava di lei, durante il giorno, e per questo il senso di colpa lo divorava quando tornava a casa ed era costretto ad affrontare il suo viso.
Quando lei gli sorrideva, dentro di sé lui percepiva un vuoto spaventoso, impossibile da riempire con i ricordi di una gioia ormai svanita, troppo flebile per poter attecchire ancora.

Susanna Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore

meglio soffrire

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Odio il mare perché è libero, troppo libero. Lo invidio, non lo sopporto. E’ come vorrei essere, è come non riuscirò mai a diventare. Mi sento in trappola, e la mia trappola sono io. Quando mi arrabbio, quando sono contenta, quando sono preoccupata o quando sono triste la mia faccia è sempre la stessa.

Non cambia mai. Il mare si muove continuamente, non si ferma mai, invece io sono immobile. I miei pensieri lo sono. Non mi sposto per non fare danni, per non creare problemi e intanto brucio w mi consumo senza illuminare niente.

Susanna Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore
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Avvertì un macigno sul petto che non la faceva respirare.
Si rese conto di non essere pronta a lasciarlo andare.

Susanna Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore

meglio soffrire

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Non meritava niente di tutto questo, ne era certa, ma lasciava che avvenisse; aveva finalmente smesso di ribellarsi alla felicità.

Susanna Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore
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L’importante, per riuscire in qualcosa, era avere pazienza, aspettare il momento giusto, saperlo riconoscere per poi buttarcisi di testa.

Susanna Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore

meglio soffrire

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Voglio essere leggera, voglio lasciarmi sfiorare da tutto senza permettere a niente e a nessuno di attraversarmi.

Susanna Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore
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Tutto quello che faceva era un tentativo disperato per non perderlo.

Susanna Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore

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Non mi sono mai innamorata. Mai.
Non ho mai trovato qualcuno che mi abbia convinto a cambiare le mie abitudini, a diventare una persona meno egoista e disposta a scendere a compromessi. Non ho nessuno nel cuore e non sai che nostalgia ho, certe sere, di un sentimento che non ho nemmeno provato, di una persona che ancora non conosco e che forse non incontrerò mai.

Vorrei poterti aiutare. Vorrei avere da parte le parole giuste per farti capire che ogni sofferenza, per quanto possa essere radicata nel nostro corpo e nella nostra mente, prima o poi ci lascia liberi. Più liberi.

Susanna Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore
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Comunque voglio essere davvero sincera, ora che ti scrivo: non era solo il sentimento a tenermi legata a te.
C’era anche qualcosa di più subdolo a cui non riesco a dare un nome. Avevo come la sensazione che stare con te rendesse la mia vita più semplice.
Potevo dire a tutti che vivevo con qualcuno, che non ero sola, come se essere soli fosse una cosa di cui vergognarsi.

Avevo sempre qualcosa da fare la domenica pomeriggio quando non lavoravo e non ero mai costretta a cenare guardando la televisione in compagnia dei miei fantasmi.
I nostri amici uscivano sempre più raramente, ed era rassicurante l’idea che comunque qualcuno c’era e che quel qualcuno eri proprio tu.

Susanna Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore

meglio soffrire

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Diamo per scontato che d’amore ce ne sia per tutti, ma non è così. L’amore è un miracolo. L’amore, quando arriva, non ci può dire quanto resterà. Siamo noi che pensiamo che sia “fino all’infinito e oltre” o “fino all’eternità”, ma l’amore, in realtà, come viene poi se ne va. O, ancora più spesso, se ne vanno le persone.

Ma non importa. Tu ringrazia, ringrazia tutti quelli che ci sono stati e che per un po’ ti hanno resa felice. Anche se non ce l’hanno fatta a rimanerti accanto. Non odiarli. Siamo deboli, siamo così deboli e fragili che ci è impossibile non ferirci a vicenda. E’ solo un tentativo come un altro di sopravvivere.
E’ solo paura.

Susanna Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore
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Erano entrambi pacati, ma i loro silenzi nascondevano spesso delle lotte interiori estenuanti.

Susanna Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore

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Ti ho aspettato, ma non sei mai arrivato.
Non c’eri.
Io ero lì per te, solo per te, ridicola, certo, distrutta, ma pronta a perdonarti.
Io ero lì per te e tu non c’eri.

Susanna Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore
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Non ti vergognare per via di tutto questo dolore che stai provando. Non sentirti fuori luogo, fuori tempo, fuori moda.
Stai soffrendo per amore. Ok, c’è di peggio e lo sappiamo tutti.
In ogni caso fa abbastanza male, quindi hai il sacrosanto diritto di essere triste.

Hai il sacrosanto diritto di chiuderti in casa e di spegnere il telefono, di guardare film struggenti e di leggere libri pessimi che vanno rigorosamente a finire bene. Hai il sacrosanto diritto di piangere, di rimandare un appuntamento, di stare in silenzio o di parlare a sproposito di quello che che è stato e che adesso non c’è più.

Hai il sacrosanto diritto di arrivare in fondo al tuo dolore, di attraversarlo e di guardarlo in faccia senza ascoltare quelli che ti accusano di essere troppo sentimentale.

Susanna Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore

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La verità era che non ce la faceva più. Era sola da tutta la vita.
Certo, c’era stato qualcuno che le era piaciuto e lei era piaciuta a qualcuno, ma non aveva mai smesso di essere sola.
Di sentirsi sola.

Era esausta per via di tutti quei sogni ad occhi aperti per niente esigenti che faceva ogni sera prima di dormire e che non si realizzavano mai, per via di tutto quello che negli ani si era vista scivolare via tra le dita senza poter fare niente per trattenerlo.
Era stanca, ma nonostante questo non riusciva ad ammetterlo.

Susanna Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore
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Vorrei che mi bastasse uscire, far qualcosa di nuovo, incontrare degli sconosciuti e mescolarmi con le loro solitudini.
Vorrei che recuperare me stessa fosse sufficiente: ritrovarmi e ricominciare a piacermi. Il fatto, però, è che io non mi sono persa, insieme a te. Non ho rinunciato alla mia identità, non ho messo a tacere nessuna parte di me.

Non ho smesso di fare quello che mi piaceva fare solo perché non piaceva anche a te. Non sono cambiata per compiacerti e non sono rimasta incastrata tra le tue braccia. Sono andata avanti dandoti la mano e ora non c’è niente che io possa provare a recuperare per sentirmi meglio perché non c’è niente di cui mi sia sentita privata, amandoti.

Susanna Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore

meglio soffrire

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A me il mare piace tanto. Mi ricorda di giocare, di non prendermi troppo sul serio, di non investire tutto in quei castelli di sabbia che ho tirato su con tanta pazienza, perché da un momento all’altro un’onda potrebbe distruggerli.

Susanna Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore
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Non pensare mai che io sia triste. E’ vero, l’ho perso. E anche se sono passati tanti anni la sua assenza non ha ancora smesso di stupirmi, di sconvolgermi, ma sono felice.
Felice perché un giorno, un giorno tanto lontano, ci siamo tenuti per mano di nascosto dai nostri amici sulla spiaggia.

Felice perché abbiamo visto il Big Ben insieme per la prima volta. Felice perché, semplicemente, per un pezzo di vita siamo esistiti insieme. Non è scritto da nessuna parte che qualcosa, solo perché è tanto bello, debba durare per sempre. Finisce tutto, finiscono anche le cose belle. L’importante è che ci siamo state.

Susanna Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore

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