“Un buon posto in cui fermarsi” – Matteo Bussola

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AUTORE: Matteo Bussola
TITOLO: Un buon posto in cui fermarsi
EDITORE: Einaudi
DATA USCITA: 20/06/2023
GENERE: Narrativa

TRAMA – Un buon posto in cui fermarsi

In pochi hanno saputo raccontare la fragilità maschile senza stereotipi, senza pregiudizi, senza vergogna. Matteo Bussola sa farlo con schiettezza e umanità. In queste pagine lancinanti eppure piene di luce, un uomo trova il coraggio di disertare la propria esistenza e costruire un sogno.

Un padre in neuropsichiatria con il figlio impara ad accogliere la ferita di chi ha messo al mondo.

Un anziano marito, prendendosi cura della moglie malata di Alzheimer, si domanda che cosa rimanga di una relazione quando chi amiamo sparisce, anche se possiamo ancora toccarlo.

Un hikikomori che si è innamorato online vorrebbe incontrare chi è diventato per lui così importante, ma la paura di uscire lo imprigiona. Un bambino ubbidiente scopre la bellezza inattesa di deludere le aspettative.

Incrinati, piegati, sconfitti, capaci però di cercare un senso, di intravederlo lì dove mai avrebbero creduto, questi protagonisti trovano ognuno un modo personale, autentico, spudoratamente onesto, di rispondere alla domanda: «Che cosa fa di un uomo un uomo?»

Un buon posto in cui fermarsi

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FRASI

– La vita non è una montagna da scalare, un treno da non perdere, un obiettivo da centrare, ma è una piccola stanza da arredare con cura.
Non è una cima da raggiungere a tutti i costi.
È la scelta di un buon posto in cui fermarsi.

– Quello che non ti diranno è che a volte vinci proprio quando perdi.
Non ti diranno che ci addestrano alle vette, mentre ci sono vallate meravigliose.

Ti sentirai forzato alla retorica della sfida, al culto dell’efficienza, al continuo e inappagato desiderio di un altrove, come se la vita stesse sempre da un’altra parte e mai qui, accanto a te.
A vincere il mondo anziché imparare a camminarci dentro.
A sognare il cielo piuttosto che perderti in un filo d’erba.

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– Mi dico che non importa. Che conta quel che rimane, non ciò che si è perso. Che si può continuare a essere quel che si è, nonostante le cicatrici. E che un uomo, forse, alla fine, sta soprattutto in ciò che sceglie di salvare mentre il resto cade giú.

Un buon posto in cui fermarsi

– Insomma, la paura che sentiamo, – proseguí Eugenio – quantomeno quello che sentono gli sprovveduti come me, a volte è data proprio dalla nostra capacità di scegliere una strada piuttosto che un’altra, una persona invece che un’altra, senza sapere se stiamo facendo una scelta giusta o sbagliata.

Ma se togli questo elemento, se togli il “cosa” o il “chi” amare e ti poni solo il problema del “come”, d’un tratto puoi sentirti libero. E allora l’istinto smette di essere quello di rinunciare, o di desiderare un’altra persona, un tempo diverso, un altro luogo, e diventa quello di perseverare. Di desiderare ciò che hai. Di stare lí. Il resto, in un certo senso, vien da sé.

Cioè, è una di quelle cose tipo vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo?

Mmh, no. Direi il contrario. Vivi ogni giorno come se fosse il primo. Vivi il tuo amore come se non avessi scelta. Perché in effetti non ce l’hai, ecco cos’è un impegno.

Un buon posto in cui fermarsi

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