“La rilegatrice di storie perdute” – Cristina Caboni

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AUTORE: Cristina Caboni
TITOLO: La rilegatrice di storie perdute
EDITORE: Garzanti
DATA USCITA: 04/10/2018
GENERE: Narrativa

TRAMA – La rilegatrice di storie perdute

La copertina finemente lavorata avvolge le pagine ingiallite dal tempo. Con gesti delicati ed esperti Sofia sfiora la pelle e la carta per restaurare il libro e riportarlo al suo antico splendore.

La legatoria è la sua passione. Solo così riesce a non pensare alla sua vita che le sta scivolando di mano giorno dopo giorno. Quando arriva il momento di lavorare sulle controguardie, il respiro di Sofia si ferma: al loro interno nascondono una sorpresa. Nascondono una pagina scritta a mano: è la storia di una donna, Clarice, appassionata di arte e di libri.

Un’abile rilegatrice vissuta nel primo Ottocento, quando alle donne era proibito esercitare quella professione. Una donna che ha lottato per la sua indipendenza. Alla luce fioca di una candela ha affidato a quel libro un messaggio lanciato nel mare del tempo, e una sfida che può condurre a uno straordinario ritrovamento chi la raccoglierà. Sofia non può credere al tesoro che ha tra le mani.

Quella donna sembra parlare al suo cuore, ai suoi desideri traditi. E decisa a scoprire chi sia, e quale sia il suo segreto. Ad aiutarla a far luce su questo mistero sarà Tomaso Leoni, un famoso cacciatore di libri antichi ed esperto di grafologia.

Insieme seguono gli indizi che trovano pagina dopo pagina, riga dopo riga, città dopo città. Sono i libri a sceglierci, e quel libro ha scelto Sofia. Dopo più di duecento anni, solo lei può ridare voce a Clarice. E solo la storia di Clarice può ridare a Sofia la speranza che aveva perduto.

La rilegatrice di storie perdute

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FRASI

La famiglia era qualcosa che uno si portava dentro. Era il primo metro con il quale confrontarsi, era il primo giudice, era una zavorra che influenzava le azioni di ognuno. E, paradossalmente, la famiglia era anche ciò che ti spingeva a fuggire lontano, in cerca di autonomia e libertà.

Qualunque fosse la loro condizione, tutti erano in cerca di istanti speciali, capaci di regalare emozioni uniche. Nel tempo le avrebbero rispolverate, tirandole fuori dalla memoria.
Roma avrebbe fatto da sfondo a un bacio indimenticabile, una confessione, un incontro capace di cambiare una vita intera.
I più fortunati avrebbero dato e ricevuto sguardi complici, mentre raccontavano di quella volta che, tra le vie del centro storico della bellissima città, la loro esistenza aveva preso una piega inaspettata. Avrebbero riso tutti insieme.
Ad altri invece sarebbe rimasto il sapore agrodolce di un bel ricordo.
Il destino peggiore invece sarebbe stato quello degli indecisi. Perché a loro sarebbe appartenuto lo struggimento del rimpianto per ciò che non erano stati capaci di fare.

Cristina Caboni, La rilegatrice di storie perdute

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Sai, una volta ho letto di un tizio che si portava dietro un libro che non avrebbe mai letto. Lo faceva per ricordare a se stesso che il giorno in cui ne avesse avuto voglia, non avrebbe dovuto fare altro che aprirlo. Ma a lui non importava per davvero, ciò che voleva realmente era possederlo.

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“… So bene cosa significa amare, e so ancora meglio cosa significa rinunciare.”
Le sorrise, e in fondo a quegli occhi c’era un dolore profondo.
“Conosco ogni aspetto del rimpianto, persino il suo colore. Il rimpianto è grigio. Non possiede la forza del nero né la grazia del bianco. Non ha sfumature. Il rimpianto è un’unica infinita tristezza. È sterile. Non possiede nemmeno il pregio di preparare l’anima a qualcosa di più grande.”

Cristina Caboni, La rilegatrice di storie perdute

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I libri sono così, ognuno ci vede qualcosa di suo. Possono essere risposte alle domande che ci tormentano, persino a quelle che non ci sono ancora venute in mente. Hanno un grande potenziale, i libri.

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Quando scrivi in bella grafia la tua concentrazione deve essere assoluta, il minimo errore può rovinare tutto. Il lavoro cresce a ogni lettera. Lo costruisci tu. Quanto lontano tu voglia andare è esclusivamente una tua decisione.

Cristina Caboni, La rilegatrice di storie perdute

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Non era una cosa che voleva condividere con nessuno, le teoria secondo la quale i libri trovavano il proprio lettore nel momento opportuno.

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Quello che puoi o non puoi fare dipende dalla tua decisione di provarci. E dalla tua determinazione nel perseguire lo scopo.

Cristina Caboni, La rilegatrice di storie perdute

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Era un meccanismo, quello dell’amore, che sfuggiva a ogni ragionamento, a qualsiasi strategia. Si amava per caso, e per nessun motivo.

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Non é solo ciò che si dice a essere importante. Il come viene detto rivela spesso molto di più. Basta saper ascoltare…

Cristina Caboni, La rilegatrice di storie perdute

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Potevi desiderare e fare tutto ciò che era in tuo potere e spingerti anche oltre, ma nulla poteva indurre qualcuno che non ti amava davvero a farlo.

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Perché è questo il vero amore, essere liberi insieme.

Cristina Caboni, La rilegatrice di storie perdute

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E’ quello che fanno i libri quando si è molto fortunati. Loro ti scelgono.

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Non c’è nulla che ti possa rendere libera quanto un libro. Nelle sue pagine troverai sempre uno spazio. Sarai tu poi a decidere come utilizzarlo.

Cristina Caboni, La rilegatrice di storie perdute

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Aveva sempre associato il sole alla felicità, così fu sorpresa quando comprese che a decidere in realtà era ciò che si aveva dentro. Era come se da un punto dell’anima si irradiasse intorno gioia se si era felici, oppure dispiacere. Non dipendeva dal sole e dalla pioggia, ma dal proprio cuore.

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Non é solo ciò che si dice a essere importante. Il come viene detto rivela spesso molto di più. Basta saper ascoltare.

Cristina Caboni, La rilegatrice di storie perdute

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“Non è forse per amore che mettiamo davanti i nostri stessi desideri a quelli della persona amata?”.
“No, quello non è amore. Ma continua”.
E allora cos’era? Perché lo aveva fatto se non per amore? E poi comprese che lui aveva ragione. La sua era stata paura, non amore.

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I libri possiedono un grande potere. Accendono ciò che hai dentro, sono come scintille. Agiscono su quello che già esiste, permettendogli di crescere e svilupparsi.

Cristina Caboni, La rilegatrice di storie perdute

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Non era sordo, era solo in un’altra dimensione. Sofia si chiese cosa stesse leggendo. Appariva totalmente assorto. Sorrise: conosceva quel genere di trasporto. Così decise di aspettare, divertita.

La rilegatrice di storie perdute

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