“Neve Rossa” – Ferdinando Albertazzi, Sebastiano Ruiz Mignone

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AUTORE: Ferdinando Albertazzi, Sebastiano Ruiz Mignone
TITOLO: Neve Rossa
EDITORE: Chiaredizioni
DATA USCITA: 12/05/2023
GENERE: Narrativa ragazzi

TRAMA – Neve Rossa

Vlady, 13 anni, appassionato di cinema e di romanzi di avventura, ha occhi e mente da detective. Del resto, con la madre poliziotta e lo “zio” Lafortezza commissario… Curioso e scanzonato, gironzola spesso per le vie del centro della sua Torino, dove un giorno si imbatte nell’ombra che imporrà una svolta del tutto imprevista e mozzafiato alle sue giornate.

Sotto Natale, le strade sfolgoranti di luci e le vetrine dei negozi come piccoli luna-park, una figura nebbiosa difatti si aggira seminando paura e morte. Due ragazzi dell’età di Vlady sono le prime vittime, e altre ne seguono a raffica. Il commissario Lafortezza e il suo braccio destro Vlady si rimboccano subito le maniche per dare un volto al serial killer, schivando silenzi complici, agguati, depistaggi e bastoni tra le ruote.

Età di lettura: da 10 anni.


RECENSIONI

Vlady ha 13 anni, vive con la mamma professione poliziotto, una grande mamma che fa tutto: non ha il papà, ma ha un amico, come punto di riferimento, ch’è anche un amico speciale di mamma: il commissario Lafortezza, che il ragazzino chiama zio Carlo, a dimostrazione di quanto è forte ed importante il legame fra loro.

Come tanti ragazzini della sua età è appassionato dei thriller, ma in questo indimenticabile dicembre Vlady si troverà a vivere nella realtà, sulla propria pelle, una storia di quelle ch’è solito leggere o guardare al cinema: nella sua Torino un serial killer semina il terrore per la città mietendo vittime fra ragazzini come lui, uccidendoli nei modi più efferati, e lasciando accanto al corpo di ognuno di loro un piccolo Babbo Natale.

Così Vlady veste i panni del giovane detective, del quale ha già l’occhio e la mente acuta, aiutando il commissario Lafortezza ad avvicinarsi all’assassino, malgrado ad un certo punto anche nel ragazzo subentri la paura e si senta un obiettivo, quando un uomo vestito di nero come il killer lo spaventa al cinema.

Un thriller in piena regola, dove non si sente la mancanza di scene violente, sanguinolente e splatter: incentrato totalmente sulla psicologia dell’assassino e la logica che muove le indagini, senza intercettazioni nè telecamere, è un susseguirsi di colpi di scena, sorprese e suspance, depistaggi ed indizi su apparenti colpevoli che poi colpevoli non sono.

Attorno alla ricerca dell’assassino si dipanano le storie di vari personaggi che colorano la personale Torino di Vlady: il tabaccaio Ottodita, la cassiera del cinema, l’ex attore del Conte Dracula, ma soprattutto il Comandante, anziano senzatetto le cui storie Vlady si ferma spesso ad ascoltare seduto sulla panchina in piazza: uno spaccato di personaggi che, chi più chi meno, appartengono alla storia di tutti noi.

Funziona bene l’immediatezza della scrittura, che non si perde in divagazioni, è secca, d’impatto, racconta i fatti quasi come fosse una cronaca: tutto ciò è reso ancora più incisivo dalla costruzione dei capitoli, che sono brevi, veloci: paiono quasi un susseguirsi di fotogrammi.

Fra un capitolo e l’altro ci sono disegni, che anticipano il contenuto del successivo, invogliando a continuare la lettura.

Prende vita così un romanzo che fa centro nel servirsi di un linguaggio consono ai ragazzi dell’età a cui è destinato, un romanzo che rapisce l’attenzione,che crea la tensione ch’è ciò che il thriller vuole, e che a ben vedere è un thriller nel thriller, visto che è da  piccoli particolari del libro “il carnefice” che Vlady sta leggendo, che egli prende spunto per la caccia al killer.

Non manca ovviamente un messaggio finale, un chiaro incoraggiamento: nonostante Vlady sia stato spaventato del suo uomo nero (l’uomo nero che tutti abbiamo, ovvero le nostre paure), dopo la risoluzione del caso torna alle sue passioni: i soliti libri ed i soliti film “ che fanno paura da morire”: perché le paure vanno affrontate, non é bene bloccarsi di fronte ad esse, serve provare a superarle.
Con tanto coraggio e ancor più fiducia in se stessi”

©Cinzia Gregnanin

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