“Niente è fuori posto” – Joanna Nadin

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AUTORE: Joanna Nadin
TITOLO: Niente è fuori posto
TRADUTTORE: Stefano Beretta
EDITORE: Garzanti
GENERE: Narrativa

TRAMA

Dido ha solo sei anni, ma è molto curiosa. Seduta su un ramo di melo nel suo giardino, scorge la casa accanto e non può fare altro che sbirciare. Ed è lì che vede per la prima volta Tom e Harry, due bambini come lei. Qualcosa che non sa spiegarsi, da quel giorno, la spinge a continuare a spiarli. È allora che Dido scopre la quotidianità della loro famiglia: due genitori che si amano, due fratelli che giocano, un tavolo intorno al quale sedersi insieme per la cena. Sembra che nulla sia fuori posto: è proprio la vita che ha sempre desiderato, ma che non le appartiene.

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Perché sua madre ha un modo tutto suo di dimostrarle il proprio amore. Per lei non ci sono regole, non ci sono cose giuste o sbagliate da fare. Dido è ancora troppo piccola per capirlo e non ha neppure il conforto di una figura paterna, visto che non ha mai conosciuto suo padre. Così, decide che Tom e Harry saranno i suoi migliori amici e i genitori dei due le figure di riferimento che non ha mai avuto. Qualcosa di molto forte la unisce a loro e, con il passare del tempo, si sente sempre più parte di quel nucleo, allontanandosi progressivamente dalla madre, che fatica a comprenderla.

Ma, anno dopo anno, Dido impara che anche il rifugio più sicuro, quando si cresce, diventa fragile e troppo piccolo per offrire la medesima protezione. Impara che anche i legami, in apparenza perfetti, nascondono tradimenti, bugie, verità inascoltate. E che, a volte, l’amore vero è proprio dove non sembra essercene, dove non lo si è mai cercato. Perché è più facile restare affascinati da una realtà sconosciuta che accettare la bellezza di quello che si possiede.


RECENSIONI

È l’agosto del ‘76 quando Edie e Dido si trasferiscono in un villino, ereditato da Edie, nell’Essex. Loro sono madre e figlia: Dido ha sei anni, non sa chi sia suo padre, non va a scuola; Edie ha meno di trent’anni, svariati amanti che si alternano periodicamente, uomini e donne che, sistematicamente, verranno messi alla porta, e lei si ritroverà in compagnia di infinite sigarette fumate giorno e notte, bottiglie di alcolici svuotate una dietro l’altra e una figlia che si atteggia a fare la madre, che si rifugia nei libri e diventa trasparente per non vedere a sua volta quale realtà ha davanti.

In un pomeriggio passato in esplorazione nella nuova casa, Dido scopre che in giardino c’è un cancello che mette in comunicazione la loro abitazione con quella adiacente, la Villa. Dietro quel cancello è adagiato quello che per Dido sarà sempre il Paradiso Terrestre: Angela e David, che crescono amorevolmente i loro figli Harry e Tom, dando loro delle regole, feste per i compleanni e casette sull’albero. La Narnia di Dido è quella famiglia normale, in cui lei cerca di intrufolarsi, in cui cerca un posticino anche per lei, ma è un regno delle favole temporaneo, perché, alla fine dei giochi, lei dovrà sempre rientrare in quella casetta di marzapane, dove ad attenderla c’è la strega cattiva, non la Regina. Gli anni passano e Dido, Harry e Tom crescono intrecciando le loro vite. Dido che vorrebbe essere figlia di Angela e David, Harry che vorrebbe vivere come Edie, senza regole né limiti.

Ma più di ogni altra cosa, Dido vorrebbe amare Tom, vivere con lui una vita perfetta, nel castello, col suo principe azzurro. E quando tutto sembra quasi più reale, quando quel riscatto tanto anelato sembra essere arrivato, ecco Edie che, come la dea della discordia arriva a lanciare la sua mela sul tavolo imbandito di una vigilia di Natale. Come un uragano si abbatte su quel mondo precario che Dido sta cercando di costruire. E continuerà a farlo, anche quando cambieranno gli scenari, le situazioni. Perché Edie è come Medusa, trasforma in pietra ogni cosa su cui posa lo sguardo, fino a quando solo lei sarà riconosciuta come la Regina indiscussa di ogni cosa.

Alla soglia dei trent’anni, dopo diverse relazioni, traslochi, tradimenti e violenze Dido, in preda alla disperazione per la paura di essere fin troppo uguale a sua madre, farà ritorno nel luogo dove il Paradiso e l’Inferno sono così vicini da toccarsi, separati solo da un misero cancelletto. Con la speranza che quel cancello diventi un muro invalicabile. Oppure si dissolva in modo da inglobare in un tutt’uno quelle due case, poste agli antipodi della vita; da creare un non luogo, dove il male e il bene passati si annullino a vicenda e diventino il concime per far nascere un nuovo mondo, in cui NIENTE È FUORI POSTO.

Drammatico, forte, quasi paradossale. L’autrice racconta in modo singolare ed eccellente al contempo questo rapporto madre/figlia, di odio profondo e amore altrettanto intenso, un rapporto insano a cui però, nessuna delle due riesce a sottrarsi.

[©Martina Caruso]

 

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