“L’isola delle anime” – Johanna Holmström

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AUTORE: Johanna Holmström
TITOLO: L’isola delle anime
TRADUTTORE: Valeria Gorla
EDITORE: Neri Pozza
DATA USCITA: 10/01/19
GENERE: Narrativa

TRAMA

Finlandia, 1891. Una notte, ai primi di ottobre, una barchetta scivola sull’acqua nera del fiume Aura. A bordo, Kristina, una giovane contadina, rema controcorrente per riportare a casa i suoi due bambini raggomitolati sul fondo dell’imbarcazione. Le mani dolenti e le labbra imperlate di sudore, rientra a casa stanchissima e si addormenta in fretta.

Solo il giorno dopo arriva, terribile e impietosa, la consapevolezza del crimine commesso: durante il tragitto ha calato nell’acqua densa e scura i suoi due piccoli, come fossero zavorra di cui liberarsi. La giovane donna viene mandata su un’isoletta al limite estremo dell’arcipelago, dove si erge un edificio, un blocco in stile liberty con lo steccato che corre tutt’attorno e gli spessi muri di pietra che trasudano freddo. È Själö, un manicomio per donne ritenute incurabili.

Un luogo di reclusione da cui in poche se ne vanno, dopo esservi entrate. Dopo quarant’anni l’edificio è ancora lì ad accogliere altre donne «incurabili»: Martha, Karin, Gretel e Olga. Sfilano davanti agli occhi di Sigrid, l’infermiera, la «nuova». I capelli cadono intorno ai piedi in lunghi festoni e poi vengono spazzati via, si apre la cartella clinica della paziente, ma non c’è alcuna cura, solo la custodia. Un giorno arriva Elli, una giovane donna che, con la sua imprevedibilità, porta scompiglio tra le mura di Själö.

Nella casa di correzione dove era stata rinchiusa in seguito alla condanna per furti ripetuti, vagabondaggio, offesa al pudore, violenza, rapina, minacce e possesso di arma da taglio, aveva aggredito le altre detenute senza preavviso. Mordeva, hanno detto, e graffiava. L’infermiera Sigrid diventa il legame tra Kristina ed Elli, tra il vecchio e il nuovo. Ma, fuori dalle mura di Själö la guerra infuria in Europa e presto toccherà le coste dell’isola di Åbo.

FRASI

“Sono io quella malata? Io che non riesco a sentire niente di più? Che non riesco a buttarmi nel dolore? Ad abbandonarmici? A farmene consumare? Non sono io a soffrire di qualche forma di squilibrio mentale? Di inibizione emotiva? Perché non posso perdermi anch’io?”

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“Spesso si era domandato come un amore infantile potesse continuare a crescere anche in assenza dell’amata, senza sapere che aspetto avesse, che voce avesse o come si muovesse nella sua pelle di adolescente e poi adulta, ma questo non poteva impedirgli di sognare; niente poteva.”

Johanna Holmström, L’isola delle anime – Ed. Neri Pozza

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